Un provvedimento giuridico controverso
Nei famigerati anni 50, cè stata, secondo i critici letterari, una generazione doro dei detenuti-poeti delle carceri romene. Detenuti politici anticomunisti, poeti come Radu Gyr, Nichifor Crainic o Andrei Ciurunga hanno trasfigurato attraverso la poesia il calvario delle centinaia di migliaia di romeni gettati in carcere perchè si opposero agli occupanti sovietici, alle marionette del partito comunista e alla polizia politica del regime, la Securitate. Nei tragicomici tempi attuali, nelle carceri romene è apparsa una vigorosa generazione di prosatori.
Bogdan Matei, 29.01.2016, 13:36
Le false elite politiche, mediatiche, sportive o daffari che sono finalmente finite in carcere dopo aver “saccheggiato” la Romania hanno bruscamente scoperto il loro talento di saggisti, memorialisti, storici, analisti finanziari. Individui con scarsi studi e che erano costantemente nel mirino della stampa con i loro discorsi pieni di errori grammaticali sono, oggi, autori affermati, e il loro nome compare su tanti libri che pretendono di aver scritto in carcere.
La posta in gioco di questa frenesia culturale è una meramente pragmatica. Stando allattuale legislazione, per ciascun lavoro cosiddetto scientifico, ritenuto un metodo di rieducazione attraverso il lavoro, ad un condannato viene ridotta di un mese la pena detentiva. Eloquente esempio, proprio ieri la Commissione di Etica dellUniversità di Bucarest, responsabile dellanalisi dei libri scritti dalle persone in carcere per ottenere riduzioni delle pene, ha stabilito che un lavoro firmato dalluomo daffari George Copos è un plagio. Ex attivita comunista, ex vicepremier postcomunista, ex finanziatore del popolare club calcistico bucarestino Rapid, Copos è già stato rilasciato dal carcere, dove era finito per reati finanziari di ampia portata.
Sotto la pressione dellopinione pubblica e della comunità accademica scandalizzata, il ministro della Giustizia nel Governo tecnocratico di Bucarest, Raluca Pruna, ha deciso di elaborare un progetto di ordinanza durgenza che eliminerà la possibilità della riduzione della pena dei detenuti che scrivono nel carcere.
“Noi comunque facciamo una discriminazione nei confronti del lavoro fisico, per cui si benficia di un giorno di libertà per quattro giorni di lavoro, e diamo 30 giorni di libertà per un mucchio di fogli che si chiama lavoro scientifico”, ha detto il ministro.
Prudentemente, il Consiglio Superiore della Magistratura ha manifestato il suo disaccordo a questa iniziativa. Occorre, affermano i membri del Consiglio, nellambito di un via libera a carattere consultivo, solo linasprimento delle condizioni di rilascio dei detenuti, attraverso lintroduzione di criteri oggettivi, equi e trasparenti nello stabilire il carattere scientifico dei libri e nel loro processo di elaborazione.
“Labrogazione di una simile disposizione può fare più male. Non labrogazione è forse la migliore soluzione”, ha affermato il giudice Adrian Bordea, membro del Consiglio.
Il ministro Pruna insiste però che la modifica legislativa in regime durgenza è assolutamente necessaria, in quanto limpostura intellettuale nei penitenziari diventa un fenomeno sempre più diffuso: alla fine dellanno scorso cerano 45 lavori in preparazione e allinizio di gennaio il loro numero superava un centinaio. (traduzione di Adina Vasile)