Un posto in più per la Romania nel Parlamento Europeo
Con l’ultimazione delle pratiche per la Brexit e l’uscita di Londra dall’UE, scompaiono anche i 73 seggi riservati alla Gran Bretagna nel Legislativo comunitario. Mercoledì, i suoi membri hanno approvato, tramite voto, il modo in cui saranno distribuiti i seggi rimasti vacanti. 46 potrebbero diventare disponibili per un possibile allargamento futuro dell’Unione. Gli altri 27 saranno suddivisi tra i 14 stati membri che attualmente sono sottorappresentati. È anche il caso della Romania, che potrebbe ricevere un seggio in più, arrivando a 33 eurodeputati.
Bogdan Matei, 14.06.2018, 13:18
Il documento adottato precisa che la nuova allocazione dei mandati sarà applicata solo se la Gran Bretagna lascia l’Unione Europea. Altrimenti, resterà in vigore l’attuale logaritmo, fino a quanto la Brexit sarà portata a compimento dal punto di vista giuridico. Il numero dei deputati europei è attualmente di 751, però dopo la Brexit si arriverà a 705. La corrispondente di Radio Romania a Bruxelles precisa che la nuova struttura del Parlamento Europeo avrà bisogno dell’accordo formale dei leader dei Paesi membri, i quali si riuniranno alla fine di questo mese, per il consueto vertice d’estate.
A Bucarest, il ministro con delega agli Affari Europei, Victor Negrescu, ha salutato l’approvazione da parte del Parlamento Europeo della nuova suddivisione dei mandati, che offre alla Romania un seggio in più nel legislativo comunitario nella prossima legislatura, 2019-2024. Dopo la partenza della Gran Bretagna, La Romania diventa il sesto Paese dal punto di vista del numero dei rappresentanti nell’Unione e, di conseguenza, i cittadini romeni saranno meglio rappresentati nel Parlamento Europeo. Ciò vuol dire un più di responsabilità nei confronti del progetto europeo, perché il nostro Paese si sta preparando in vista dell’assunzione della presidenza del Consiglio UE nel primo semestre dell’anno prossimo” — ha dichiarato il ministro Negrescu.
Le elezioni europee avranno luogo in tutti gli stati membri fra meno di un anno, nel periodo 23-26 maggio 2019. I commentatori di Bucarest prevedono già che lo scrutinio in Romania non sarà diverso dai precedenti, organizzati dopo l’adesione del Paese all’Unione, nel 2007. Da una parte, l’apparente mancanza di posta in gioco fa sì che le elezioni europee suscitino tra i romeni il più basso livello di interesse e il più alto di assenteismo alle urne, rispetto alle elezioni presidenziali, legislative o amministrative. D’altra parte, la Romania manda a Bruxelles e Strasburgo eurodeputati che appartengono, quasi in totalità, alle tre grandi famiglie democratiche del continente: i popolari (democristiani) di destra, i socialisti (progressisti) di sinistra e i liberal-democratici di centro. È il caso di 30 sui 32 eurodeputati romeni attuali. In altre parole, l’elettorato romeno non alimenta i gruppi di estrema destra o sinistra e quelli euroscettici nel Parlamento Europeo.