Un patto per la salute
Il premier romeno, Victor Ponta, ha proposto, in un intervento presso una tv privata, la firma di un patto per la salute che sia accettato da tutti i partiti politici romeni. Il capo del governo di Bucarest ritiene che la garanzia del finanziamento costante del sistema sanitario, il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’aumento dei salari dei medici potrebbero fermare la partenza degli specialisti romeni a lavorare all’estero. Ponta crede che la soluzione di questo blocco sarebbe possibile in al massimo 4 anni.
Valentin Țigău, 20.04.2015, 16:08
Il premier romeno, Victor Ponta, ha proposto, in un intervento presso una tv privata, la firma di un patto per la salute che sia accettato da tutti i partiti politici romeni. Il capo del governo di Bucarest ritiene che la garanzia del finanziamento costante del sistema sanitario, il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’aumento dei salari dei medici potrebbero fermare la partenza degli specialisti romeni a lavorare all’estero. Ponta crede che la soluzione di questo blocco sarebbe possibile in al massimo 4 anni.
“Se dicessi che domani aumentiamo tre volte i salari, sarebbe poco serio e realistico, ma occorre un periodo di tempo, due-tre-quattro anni in cui i redditi crescano, e anche la possibilità di avere redditi dall’attività privata. Altrimenti, se non c’è questa prospettiva, la competizione europea ci lascerà certamente senza i migliori medici. Quindi il programma per il settore salute lo finanziamo, lo mettiamo in applicazione ed occorre solo un accordo politico”, ha detto il premier.
Prima di queste dichiarazioni, il ministro della salute romeno, Nicolae Banicioiu, aveva affermato che, se in tre anni non vengono seriamente aumentati i salari, ci sarà un disastro nel settore sanitario. Il ministro ha precisato che un altro fattore che contribuisce alla migrazione dei medici verso Ovest è il blocco dei posti di lavoro.
“Noi, quando abbiamo bloccato le assunzioni, tutte le generazioni di medici che hanno ultimato gli studi in Romania, dal 2010 al 2014, sono dovute andare via perchè non trovavano lavoro, quindi siamo stati noi a cacciarle via. Molti se ne andavano perchè, è vero, nella competizione con l’Occidente siamo a svantaggio, visto che là un medico specialista può arrivare ad avere uno stipendio di alcune migliaia di euro al mese”, ha spiegato Banicioiu.
Il ministro della salute ha inoltre precisato che una serie di posti di lavoro sono stati tuttavia sbloccati nel sistema sanitario e che, dallo scorso ottobre, sono state assunte 4.500 persone, e che quest’anno continueranno le assunzioni, per ridurre il deficit di 40 mila posti. Alla mancanza di risorse umane e all’insufficiente numero di ospedali si aggiunge anche il fatto che il numero dei malati è in crescita: 500 mila romeni soffrono di cancro ed oltre 2 milioni di epatite B e C — ha detto il ministro della salute.
Stando ad un rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in Romania esistono 2,5 medici per mille abitanti, sotto la media europea, pari al 3,4. Il principale motivo è l’esodo dei medici. I più recenti dati del Collegio Romeno dei Medici rilevano che, ogni 4 ore, un medico romeno sceglie di andare a lavorare all’estero. Dal 2007, l’anno dell’adesione della Romania all’Ue, fino alla fine del 2013, oltre 14.000 medici hanno lasciato la Romania.
(traduzione di Adina Vasile)