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Un nuovo muro in Europa

LUngheria, presa dassalto dai rifugiati dal Medio Oriente e dal Nord Africa, ha deciso di estendere il muro anti-immigrati costruito al confine con la Serbia verso il confine con la Romania. Il capo della diplomazia di Budapest, Peter Szijjarto, ha spiegato la decisione.

Un nuovo muro in Europa
Un nuovo muro in Europa

, 16.09.2015, 13:59

LUngheria, presa dassalto dai rifugiati dal Medio Oriente e dal Nord Africa, ha deciso di estendere il muro anti-immigrati costruito al confine con la Serbia verso il confine con la Romania. Il capo della diplomazia di Budapest, Peter Szijjarto, ha spiegato la decisione.



“È possibile che la pressione degli immigrati si sposti parzialmente verso la Romania, perciò abbiamo deciso di avviare i lavori per la preparazione della costruzione di un muro al confine tra Romania e Ungheria partendo dal confine ungherese-serbo-romeno. Avrà una lunghezza ragionevole; se la pressione migrazionistica si sposta verso la Romania dovremo proteggere il nostro confine anche in quei punti. Tenuto conto delle nostre buone relazioni e in conformità agli standard diplomatici, labbiamo notificato alla parte romena, più esattamente al segretario di stato per lintegrazione europea”, ha detto Peter Szijjarto.



Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha definito però un gesto scorretto dal punto di vista politico lidea del Governo di Budapest di costruire un muro al confine comune tra due stati Ue e che sono anche partner strategici. La diplomazia romena valuta che liniziativa sia contraria allo spirito europeo, e il premier Victor Ponta afferma che la decisione di Budapest di alzare un muro ai confini non risolve niente del problema dei rifugiati e “mette lUngheria fuori dallEuropa”.



Dal canto suo, il ministro ungherese degli Esteri ha criticato duramente le recenti dichiarazioni fatte dal capo del governo di Bucarest, Victor Ponta, il quale ha accusato le autorità del Paese confinante che tratterebbero i rifugati “con il manganello” e assegnerebbero loro “numeri di serie”. La diplomazia ungherese ha definito le affermazioni di Ponta “estremistiche e menzogniere”. Dopo le critiche del ministro ungherese, il premier Ponta ha reagito prontamente, dicendo che non desidera rispondere alle provocazioni di alcuni rappresentanti governativi ungheresi, e ha accusato che alcuni hanno un comportamento che mostra che sono “una vergogna per i valori Ue” e non sono per niente migliori di quelli in Siria o Libia o altri Paesi dai quali scappano via i rifugiati. “Victor Ponta ha perso lautocontrollo e, con le sue affermazioni irrazionali, offende lintera Ungheria”, ha risposto, prontamente, il ministro ungherese degli Esteri.



Nel frattempo la crisi dei rifugiati diventa ancor più acuta. Dopo che lunedi, a Bruxelles, i ministri degli Esteri Ue non hanno raggiunto un accordo sulla spartizione equa di oltre 120 mila rifugiati, questi hanno deciso di tornare al tavolo dei negoziati il prossimo martedi, nel tentativo di raggiungere un consenso. Bucarest ha annunciato di partecipare al meccanismo di spartizione essendo disposta ad accogliere oltre 1.705 richiedenti dasilo che si trovano in Italia e Grecia e altre 80 persone da fuori lUe. La Romania rifiuta, assieme ad altri 9 stati Ue, le quote obbligatorie per i rifugiati per cui si pronunciano gli esponenti di Bruxelles. (traduzione di Adina Vasile)




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