Un nuovo fascicolo penale contro il leader PSD
Il Presidente della Camera dei Deputati di Bucarest, Liviu Dragnea, il leader del più forte partito del binomio PSD — ALDE, al potere, deve rispondere di fronte alla giustizia in un nuovo fascicolo penale. I procuratori anticorruzione lo accusano di associazione a delinquere, abuso d’ufficio e frode sui fondi europei, reati che avrebbe commesso all’inizio degli anni 2000, quando ricopriva l’incarico di presidente del Consiglio Provinciale di Teleorman (sud).
Ştefan Stoica, 14.11.2017, 14:11
La DNA ha precisato che il caso è stato costituito in base ad una segnalazione inviata a settembre 2016 dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), relativa a più presunti reati tra cui l’ottenimento illegale, in base a documenti falsi, di finanziamenti da fondi europei per lavori di riabilitazione di alcune strade provinciali. Il gruppo delinquenziale che avrebbe creato continua tuttora ad agire e ne fanno parte funzionari delle istituzioni della pubblica amministrazione e persone appartenenti all’ambiente d’affari, precisa ancora la DNA. I danni sono stimati a 21 milioni di euro e i soldi andrebbero recuperati, considera l’Ufficio europeo per la lotta antifrode.
Il leader PSD smentisce le accuse nei suoi confronti ed afferma di contare non solo sul sostegno dei colleghi del PSD, ma anche su quello del leader ALDE, Călin Popescu Tăriceanu. Liviu Dragnea: Smentisco categoricamente tutte le accuse. Mantengo quello che dico da anni, cioè che non ho legami finanziari, patrimoniali con quella società commerciale. Per il resto, si vedrà nel prossimo periodo su che cosa si basano queste affermazioni. Stamattina ho avuto un colloquio con il signor Tăriceanu, mi ha chiamato dopo che sono arrivato alla Camera dei Deputati e mi ha detto di restare fermo sulla mia posizione e andare avanti con la coalizione. Io penso che non sia danneggiata. A subire danni sono io”.
Ma anche l’immagine del Parlamento, sono del parere il PNL e l’USR, dall’opposizione, i quali chiedono a Dragnea di rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente della camera a causa dei problemi che ha con la giustizia. Nei suoi confronti esiste anche un altro fascicolo all’Alta Corte di Cassazione e Giustizia in cui è accusato di istigazione all’abuso d’ufficio, in un caso relativo ad assunzioni fittizie presso una pubblica istituzione della sua ex roccaforte, il distretto di Teleorman.
La saga penale del leader socialdemocratico è iniziata col famoso dossier sul referendum del 2012 per la destituzione dell’allora presidente, Traian Băsescu. Liviu Dragnea è stato condannato, nel 2016, a due anni di carcere con sospensione in quel fascicolo, per aver chiesto ai rappresentati PSD nel territorio di portare illegalmente le persone al voto ai fini di ottenere la convalida del referendum. Nonostante i suoi sforzi, che la giustizia ha definito fraudolenti, il tentativo di revoca del presidente è fallito per mancanza di quorum.
D’altra parte, all’Alta Corte di Cassazione e Giustizia si è svolta una nuova tappa nel processo del leader PNL, Ludovic Orban, inizialmente assolto dall’accusa di aver utilizzato la propria influenza per ottenere benefici indebiti, più esattamente 50.000 euro da un imprenditore, come sostegno alla campagna elettorale per le elezioni amministrative. Sono stati ascoltati come testimoni i proprietari di due emittenti televisive, i quali hanno dichiarato di non aver mai parlato con Orban di somme di denaro per il finanziamento della campagna elettorale.
Liviu Dragnea non è, quindi, l’unico leader politico indagato per presunte trasgressioni della legge. Spicca, tuttavia, per l’insistenza con la quale accusa forze occulte di fabbricargli fascicoli per colpire lui personalmente, il partito che dirige e il governo che controlla politicamente. (tr. G.P.)