Uguaglianza di genere
L’intensificazione delle molestie sessuali, dell’intimidazione e dei discorsi di incitamento all’odio contro le donne e le ragazze, manifestata anche nell’ambiente online, richiede in modo obbligatorio un’azione immediata e ferma. Lo sottolinea una dichiarazione congiunta firmata da oltre 20 ambasciate a Bucarest e dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Romania in occasione della Giornata Internazionale della Donna, celebrata l’8 marzo. Celebriamo i successi ottenuti in materia di un’uguaglianza di genere significativa e i progressi registrati finora nell’assicurare i diritti delle donne e delle ragazze dell’intero mondo. Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che è rimasto ancora tanto da fare affinchè le donne e le ragazze possano esercitare pienamente i diritti umani, dichiarano i firmatari.
Corina Cristea, 09.03.2023, 16:00
L’intensificazione delle molestie sessuali, dell’intimidazione e dei discorsi di incitamento all’odio contro le donne e le ragazze, manifestata anche nell’ambiente online, richiede in modo obbligatorio un’azione immediata e ferma. Lo sottolinea una dichiarazione congiunta firmata da oltre 20 ambasciate a Bucarest e dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Romania in occasione della Giornata Internazionale della Donna, celebrata l’8 marzo. Celebriamo i successi ottenuti in materia di un’uguaglianza di genere significativa e i progressi registrati finora nell’assicurare i diritti delle donne e delle ragazze dell’intero mondo. Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che è rimasto ancora tanto da fare affinchè le donne e le ragazze possano esercitare pienamente i diritti umani, dichiarano i firmatari.
Il documento precisa che essenziale per raggiungere l’uguaglianza di genere è la partecipazione piena, uguale, efficiente e significativa della donna in tutti gli ambiti della vita privata e pubblica, compresa la rappresentanza politica e dirigenziale nei processi decisionali. Inoltre, i firmatari sottolineano che le donne e le ragazze hanno il diritto ad una vita priva di violenza e discriminazione. Tuttavia, la violenza contro le donne e le ragazze è la violazione dei diritti umani incontrata più spesso, una donna su tre esperimentando almeno una volta nella vita una violenza fisica e/o sessuale, realtà immutata da oltre un decennio (…) Va garantito l’accesso alla giustizia e ai servizi completi di assistenza alle vittime e alle superstiti della violenza sessuale e di genere, si legge ancora nella dichiarazione.
Il fatto che le donne non siano rappresentate come dovrebbero nei parlamenti e nei governi nazionali, quelli di Romania compresi, non è benefico per la democrazia, afferma anche la commissaria europea per l’Uguaglianza, la maltese Helena Dalli, presente in visita ufficiale nei giorni scorsi a Bucarest, dove ha partecipato alla conferenza Donne più forti in Romania. Tutte le donne devono avere indipendenza economica e finanziaria. Dobbiamo riconoscere e valorizzare il lavoro e il contributo delle donne e offrire loro gli strumenti per un equilibrio tra la vita privata e quella professionale, ha dichiarato la commissaria europea. Hellena Dalli ha spiegato che in Romania il 46% delle donne rispetto al 25% tra gli uomini, badano a bambini, persone anziane o con disabilità in famiglia. Una divisione uguale delle responsabilità aiuterebbe gli uomini e le donne ad avere pari opportunità di lavorare ed evolversi, senza sacrificare la vita di famiglia, ha sottolineato Helena Dalli.
La commissaria ha ricordato che anche adesso le donne guadagnano mediamente del 30% in meno all’ora rispetto agli uomini. Hellena Dalli ha fatto riferimento all’elevato tasso di gravidanze tra le adolescenti in Romania, che propaga l’ambiente di povertà, come anche la discriminazione delle persone rom sia come etnia che come genere. La commissaria ha definito come scandalosa e inaccettabile la situazione in cui vivono i rom in più comunità dell’UE. Inoltre, ha precisato che la violazione dei diritti delle persone della comunità LGBTIQ è contraria allo spirito dell’UE, attirando l’attenzione che i fondi europei non devono arrivare alle autorità locali nelle zone in cui questa gente è esclusa.