UE: Swoboda a Bucarest, plauso per crescita economica
Presente a una conferenza sul futuro dell’Europa a Bucarest, il presidente del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, Hannes Swoboda, ha dichiarato che, a suo avviso, la Romania doveva ormai far parte dell’Area Schengen, soprattutto perchè l’Europa include tutti.
Radio România, 18.02.2014, 10:32
Presente a una conferenza sul futuro dell’Europa a Bucarest, il presidente del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, Hannes Swoboda, ha dichiarato che, a suo avviso, la Romania doveva ormai far parte dell’Area Schengen, soprattutto perchè l’Europa include tutti.
Swoboda ha ricordato che la Romania ha la maggiore crescita economica nell’UE e ha auspicato che questo progresso non sia adombrato dai giochi politici della coalizione governativa. Hannes Swoboda ha sottolineato che la crescita economica del 3,5%, che piazza la Romania al primo posto nell’UE, aiuta il Paese a raggiungere altri stati comunitari. Swoboda ha espresso parole di plauso anche per il tasso di assorbimento dei fondi UE in Romania, spiegando che si tratta del massimo registrato finora.
Inoltre, la Romania è un Paese capace di realizzare una ricerca di alta qualità, e l’uso dei fondi strutturali nel settore è anche nell’interesse di altri stati europei, ha aggiunto l’eurodeputato, dopo aver visitato la Piattaforma di ricerca di Magurele, dove si svolge il più ampio progetto europeo di ricerca sul laser – Extreme Light Infrastructure – Nuclear Physics. A suo avviso, gli stati dell’UE sono capaci di competere solo con gli Stati Uniti o la Cina in materia di qualità dell’istruzione e della ricerca.
Per la Romania, la ricerca costituisce un motore di competitività e progetti come il laser di Magurele sono capaci di attirare importanti investimenti nel settore, ha dichiarato, da parte sua, Mihnea Costoiu, il ministro con delega all’Istruzione Superiore, alla Ricerca Scientifica e allo Sviluppo Tecnologico.
In riferimento alle tensioni all’interno della maggioranza dell’Unione social-liberale, che non riesce a raggiungere un accordo sulla struttura governativa in seguito alle dimissioni di alcuni ministri liberali, Hannes Swoboda ha dichiarato che la stabilità politica è molto importante per la Romania e ha accusato il presidente Traian Basescu di destabilizzazione e di non attenersi alla missione di aiutare al superamento delle crisi politiche.
La proposta del premier per una quarta carica di vicepremier ricoperta da un rappresentante dei conservatori non è accolta dai liberali. D’altra parte, il premier concorda con la nomina del liberale Klaus Iohannis nelle cariche di vicepremier e ministro dell’Interno e con le altre proposte liberali ai dicasteri della Salute, delle Finanze e dell’Economia.
“Per quanto riguarda i liberali, mi sono arrivati messaggi diversi, secondo cui la loro maggioranza vuole restare al governo, e che, invece, i leader vorrebbero il ritiro. C’è chi mi dice che si tratti di una sorta di coordinamento diretto o implicito tra il capo dello stato e il Partito liberale, però, comunque, sono contrario alla destabilizzazione provocata dal presidente Traian Basescu. Auspico che la stabilità del governo del premier Victor Ponta sia ripristinata e che resti in carica. Il primo ministro Ponta ha incusso fiducia non solo in Romania, ma anche nell’intera Europa, mentre le dichiarazioni del presidente Basescu creano il contrario, cioè incutono sfiducia”, ha detto Hannes Swoboda.
Il Presidente dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo ha criticato il presidente Basescu anche per le dichiarazioni sull’unione della Romania alla confinante Moldova.
“Attualmente, la Moldova si confronta con due rischi: uno è la Russia e l’altro è il presidente Basescu. Credo che simili dichiarazioni possono suggerire un’esortazione che la Moldova non mantenga la sovranità e l’autonomia, quindi sono pericolose”, ha aggiunto Swoboda.
Inoltre, l’eurodeputato ha difeso la libertà di circolazione e il ruolo benefico dei lavoratori romeni per i mercati europei, spiegando che, se tutti i Paesi chiudessero i confini, in Europa sarebbe il caos.