Ue: bilancio annuo del processo di allargamento
Ancora alle prese con i problemi economici, l’Europa non ha abbandonato, tuttavia, il progetto dell’allargamento, ritenuto una delle più efficaci politiche dell’Unione, in quanto rafforza la stabilità economica e politica dei Paesi aspiranti all’adesione. Questi Paesi hanno però l’obbligo di fare progressi per quanto riguarda la riforma giudiziaria, la lotta al crimine organizzato e la corruzione, un governo economico solido e la libertà di espressione.
Mihai Pelin, 17.10.2013, 14:55
Ancora alle prese con i problemi economici, l’Europa non ha abbandonato, tuttavia, il progetto dell’allargamento, ritenuto una delle più efficaci politiche dell’Unione, in quanto rafforza la stabilità economica e politica dei Paesi aspiranti all’adesione. Questi Paesi hanno però l’obbligo di fare progressi per quanto riguarda la riforma giudiziaria, la lotta al crimine organizzato e la corruzione, un governo economico solido e la libertà di espressione.
Nel suo bilancio annuo del processo di allargamento, la Commissione Europea ha presentato i progressi compiuti nel processo di adesione da Turchia, Montenegro, Serbia e Macedonia, nonchè da tre potenziali candidati — Albania, Bosnia-Erzegovina e Kosovo. L’Esecutivo Europeo ha proposto la concessione dello status di Paese candidato all’Albania e l’avvio dei negoziati con la Macedonia. Sull’Albania afferma che ha continuato le riforme e ha compiuto i primi passi per una lotta più efficace contro il crimine organizzato e la corruzione. Di conseguenza, la Commissione ha raccomandato la concessione dello status di Paese candidato, a patto che questo Paese continui le azioni di contrasto della corruzione e del crimine organizzato. Una situazione speciale resta quella della Turchia, la più vecchia candidata all’adesione, che ha chiesto sin dal 1987. I suoi negoziati sono iniziati dopo 18 anni e solo 13 capitoli sono stati aperti finora. Il commissario europeo per l’Allargamento, Stefan Füle, notava che, fino all’estate di quest’anno, i negoziati, praticamente, hanno stagnato dal 2010.
“È ora di mettere il processo di adesione sui giusti binari. L’Ue e la Turchia sono arrivate ad un’intesa sull’apertura del 22esimo capitolo sulle politiche regionali. Questo passo gode del nostro pieno sostegno e spero che non aspetteremo più per un periodo cosi’ lungo per l’apertura di altri capitoli. Lo scorso anno, dicevamo che è molto importante che l’Ue sia un punto di riferimento per le riforme da compiere in Turchia, nell’ambito del processo di adesione, e mi rallegra constatare che anche il presidente e il premier abbiano abbracciato questa idea”, ha affermato Stefan Füle.
D’altra parte, il commissario europeo ha trasmesso ai leader di Bosnia-Erzegovina che il loro Paese si trova in impasse a causa delle ambizioni politiche ed etniche, che sono messe al di sopra dell’interesse strategico del Paese e dei cittadini. Füle ha ricordato che l’Ue ha avviato le discussioni con Serbia e la negoziazione dell’Accordo di Stabilità e Associazione con il Kosovo. Inoltre, il commissario europeo ha annunciato che il Montenegro fa passi in avanti verso l’Ue e che nelle prossime settimane si aspetta l’apertura di nuovi capitoli di negoziazione. Sull’agenda Ue anche il consolidamento del Partenariato per l’Est, che include 6 paesi ex-Urss: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina. La Moldova si auspica di siglare l’Accordo di Associazione con l’Ue al vertice del Partenariato per l’Est di novembre, a Vilnius, e di firmarlo nel 2014.