Transnistria – separatismo a lungo termine
Giovedì, il leader del regime separatista della Transnistria, Yevgeny Shevchuk, ha firmato un decreto di applicazione del cosiddetto referendum del 17 settembre 2006, al quale più del 98% dei votanti si sono detti a favore dellindipendenza da Chişinău e delladesione alla Federazione Russa. Secondo il decreto, la legislazione della Transnistria sarà adeguata urgentemente a quella russa.
Bogdan Matei, 09.09.2016, 15:24
Lazione di Shevchuk cerca di dare una copertura legale ad unanomalia che va avanti da 25 anni. La Transnistria è uscita, de facto, dal controllo delle autorità centrali già dal 1992, dopo un conflitto armato conclusosi con centinaia di morti e con lintervento delle truppe russe dalla parte dei separatisti. Indipendente da Mosca solo da qualche mese, la giovane Moldova è stata costretta allora a mandare poliziotti e gruppi di volontari messi insieme in regime durgenza a lottare con armamento leggero contro i carri armati dellex Armata Rossa.
Sebbene, tramite la voce dellex presidente Boris Yeltsin, la Russia si fosse impegnata a ritirare le sue truppe già dal vertice dellOSCE di Istanbul, nel 1999, le truppe si trovano tuttora in Transnistria. Sotto la loro protezione, il regime separatista ha continuato a consolidarsi, anche se la cosiddetta repubblica non è riconosciuta a livello internazionale. Ulteriormente, ci sono stati più tentativi di sciogliere il conflitto congelato, però tutti sono falliti. Tiraspoli continua a parlare della Transnistria come di uno stato indipendente, mentre lopzione di Chişinău è per la riunificazione e la concessione di uno statuto speciale alla Transnistria.
Una riserva di dinosauri – definisce la stampa internazionale questa regione, in cui le statue di Lenin e gli stemmi con la falce e il martello sono rimasti interi, i diritti delluomo sono sconosciuti, mentre il traffico darmi, di droga e di esseri umani sono le attività più proficue.
I commentatori di Chişinău, citati dai corrispondenti di Radio Romania, dicono che la recente iniziativa di Shevchuk sia, semplicemente, una populista. A dicembre vi è previsto uno pseudo-scrutinio presidenziale. Il leader separatista, sempre meno popolare, sullo sfondo di unacuta crisi economica, sta cercando di recuperare il suo capitale elettorale.
Lidea è condivisa, a Bucarest, anche dalla Presidenza della Romania. Il decreto del leader separatista di Tiraspoli di adesione della Transnistria alla Russia si iscrive in una “retorica provocatoria”, nel contesto delle cosiddette elezioni presidenziali nella regione – sottolinea, in un comunicato, la portavoce del presidente romeno Klaus Iohannis, che consiglia un “atteggiamento riservato”.
Gli esperti di geopolitica ricordano che comunque Shevchuk riceve ordini da Mosca e ammoniscono che la situazione in Transnistria ha già tutti gli ingredienti dello scenario in Crimea, annessa due anni fa dai russi, sempre a nome di una cosiddetta volontà popolare espressa in un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. (traduzione di Gabriela Petre)