Transnistria: reazioni da Chisinau e Bucarest a pretese annessione Russia
Non ha un carattere di novità la sollecitazione dei deputati della regione separatista della Transnistria (est della Moldova) relativa all’annessione alla Russia. Nei primi anni ’90, quando era uscita de facto dalla componenza della Moldova, simili sollecitazioni erano state rivolte alla Duma russa che, in una risoluzione del 1999, definiva la Transnistria “zona di interesse strategico”.
Valentin Țigău, 17.04.2014, 13:13
Non ha un carattere di novità la sollecitazione dei deputati della regione separatista della Transnistria (est della Moldova) relativa all’annessione alla Russia. Nei primi anni ’90, quando era uscita de facto dalla componenza della Moldova, simili sollecitazioni erano state rivolte alla Duma russa che, in una risoluzione del 1999, definiva la Transnistria “zona di interesse strategico”.
Nel 2006, la popolazione a maggioranza russofona della regione si era pronunciata in tal senso anche in un referendum. Costretta dal diritto internazionale, Mosca non ha cambiato però la posizione ufficiale, pronunciandosi per negoziati in formato 5+2, volti a conferire uno status speciale alla Transnistria all’interno della Moldova.
Nel nuovo contesto in cui l’Ucraina è stata destabilizzata dall’annessione della Crimea e dall’apparizione di focolai federalisti al confine orientale con la Russia e nella regione di Odessa, sul Mar Nero, la sollecitazione della Transnistria sembra un tassello in un puzzle pericoloso.
In una prima reazione, il governo di Chisinau ha criticato il voto di Tiraspoli, definendolo una sfida alla soluzione del conflitto in Transnistria e all’integrità territoriale della Moldova. Stando al corrispondente di Radio Romania a Chisinau, il premier moldavo Iurie Leanca ha definito il voto come un’azione unilaterale e controproducente.
“L’unica via per individuare una soluzione finale e valida al conflitto in Transnistria è quella di continuare il dialogo politico, senza precondizioni, nell’ambito di tutti i meccanismi negoziali esistenti”, ha detto il premier moldavo.
Se a Chisinau quasi tutti i politici, compresi i comunisti, ritengono che Mosca non accoglierà la sollecitazione di Tiraspoli, a Bucarest c’è preoccupazione per un simile scenario. La Romania è il principale sostenitore dell’integrazione europea della Moldova, integrazione condizionata dalla soluzione del problema della Transnistria.
“Noi abbiamo messo in moto tutta la diplomazia, affinchè l’Accordo di associazione con l’UE, che sarà votato dal Parlamento Europeo, offra anche una prospettiva per l’integrazione europea della Moldova. Si può negoziare, tutto è possibile, solo che non si può entrare nell’UE con un conflitto congelato sul proprio territorio”, ha dichiarato il presidente romeno Traian Basescu.
A questo punto, come sottolineava il capo della diplomazia di Bucarest, Titus Corlatean, serve il rapido impegno dell’OSCE, in quanto iniziative come quelle del parlamento di Tiraspoli contraddicono il principio fodnamentale della soluzione politica della questione della Transnistria.