Tornano sull’agenda i carceri segreti della CIA
La presidenza del Senato di Bucarest ha annunciato che deciderà, la prossima settimana, se deve chiedere, in via ufficiale, la desegretazione dei documenti nel rapporto del Congresso americano sullesistenza di carceri segreti della CIA sul territorio della Romania. Sempre la prossima settimana, sarà analizzata lidea dellistituzione di una nuova commissione parlamentare romena, che riapra lindagine interna su questo tema. La proposta appartiene alla Commissione Difesa del Senato e arriva dopo il recente incontro dei suoi membri con gli eurodeputati della Commissione per Libertà Civili, Giustizia ed Affari Interni del Legislativo comunitario.
Bogdan Matei, 06.10.2015, 14:27
La presidenza del Senato di Bucarest ha annunciato che deciderà, la prossima settimana, se deve chiedere, in via ufficiale, la desegretazione dei documenti nel rapporto del Congresso americano sullesistenza di carceri segreti della CIA sul territorio della Romania. Sempre la prossima settimana, sarà analizzata lidea dellistituzione di una nuova commissione parlamentare romena, che riapra lindagine interna su questo tema. La proposta appartiene alla Commissione Difesa del Senato e arriva dopo il recente incontro dei suoi membri con gli eurodeputati della Commissione per Libertà Civili, Giustizia ed Affari Interni del Legislativo comunitario.
“La Romania, in veste di Paese firmatario della Carta Onu per i diritti e le libertà fondamentali delluomo, condanna le pratiche illegali di interrogatorio e tortura”. Cosi ha spiegato il senatore liberale Marius Obreja, il capo della Commissione Difesa, perchè ritiene necessaria la riapertura del dossier. Obreja ha ripetuto però che, in questo momento, rispetto al rapporto della Commissione speciale dinchiesta del Senato, che ha funzionato nel periodo 2006-2008, non esistono prove supplementari sullesistenza dei cosiddetti carceri segreti della Cia. Da più di un decennio, la Romania figura sulla lista dei Paesi sospetti di aver ospitato simili centri segreti di detenzione e, sempre da allora, chi ha mosso le accuse non è riuscito a fornire prove.
Nella primavera di questanno, per la prima volta, lex presidente di sinistra della Romania dei primi anni 2000, lottuagenario Ion Iliescu, ha dichiarato di aver messo una sede a disposizione della CIA. Questo, precisava egli, è stato un gesto di buonavolontà nei confronti degli Usa, prima delladesione della Romania alla Nato, diventata effettiva nel 2004. Le autorità romene non si sono immischiate nellattività del servizio americano e non sapevano cosa vi stesse succedendo, ha insistito Ion Iliescu. Iliescu è stato, tuttavia, dopo lex presidente polacco Aleksander Kwasniewski, il secondo capo di stato a riconoscere lesistenza dei centri segreti della CIA in Europa. “Eravamo alleati, lottavamo insieme in Afghanistan e nel Medio Oriente”, racconta oggi lex presidente del periodo successivo ai devastanti attentati dell11settembre 2001, negli Usa.
Scioccata dalle migliaia di morti, vittime dei terroristi islamisti di Al-Qaida, lopinione pubblica mondiale non era, in quel periodo, cosi esigente con le tecniche utilizzate dagli agenti americani e alleati. La posta in gioco essenziale era, a quellepoca, la prevenzione di nuove carneficine, soprattutto, visto che, subito dopo gli attentati in America, seguirono quelli di Madrid e Londra. Che siano esistite o meno cosiddette operazioni segrete, condite con arresti abusivi e interrogatori sotto tortura dei sospetti di terrorismo, è diventato solo più tardi un tema di polemica. Lattuale eurodeputato liberale Norica Nicolai crede che le dichiarazioni di Iliescu non portino, praticamente, niente di nuovo, nè smentiscano le conclusioni del 2008 della Commissione parlamentare dinchiesta, che aveva presieduto, come membro in quel periodo, del Senato di Bucarest. In Romania non sono esistiti, in quel momento, indizi sullesistenza di centri di detenzione della CIA oppure trasferimenti di prigionieri attraverso voli segreti – concludeva il rapporto della commissione. (traduzione di Adina Vasile)