Terrorismo: UE, più misure per annientare flagello
Gli europei hanno deciso di arruolare la Turchia a maggioranza musulmana e i Paesi arabi nella loro lotta al terrorismo. La decisione fa seguito ai recenti attentati di Parigi, all’ondata di azioni in più stati dell’UE contro alcune cellule islamiche che si trovano sui loro territori, ma anche sullo sfondo delle rivolte nel mondo musulmano, generate dall’apparizione, in Francia, di nuove vignette sul profeta Maometto.
Roxana Vasile, 20.01.2015, 12:37
In questo contesto, in occasione della riunione dei ministri degli Esteri comunitari a Bruxelles, l’UE ha annunciato di preparare progetti immediati di collaborazione con la Turchia, l’Egitto, l’Algeria, lo Yemen e i Paesi del Golfo. Si tratta di stabilire degli addetti alla sicurezza in tutte le delegazioni dell’UE in questi stati, nonchè di migliorare la comunicazione con le popolazioni arabe dell’Europa e con la comunità araba dell’intero mondo.
Non va dimenticato che le prime vittime del terrorismo sono i musulmani e i Paesi arabi. Di conseguenza, servono dialogo e cooperazione per evitare la percezione di assistere a uno shock delle civiltà — è stato detto a Bruxelles. Perciò, la lotta antiterroristica non è solo militare o di sicurezza; essa va menata anche a livello intelettuale, culturale, religioso e mediatico.
D’altronde, il capo della diplomazia romena, Bogdan Aurescu, ha spiegato che le cause del terrorismo a livello europeo vanno combattute anche tramite la soluzione dei problemi di integrazione della comunità musulmana.
“E’ necessario ideare programmi e iniziative alternative che tengano presenti proprio questi problemi attinenti all’integrazione economica, sociale, culturale delle comunità vulnerabili alla radicalizzazioone e al reclutamento nell’ambito di iniziative terroristiche”, ha detto il ministro romeno.
Tra le misure prioritarie contemplate dagli europei dopo i sanguinosi attacchi avvenuti nella capitale francese si annovera un miglior coordinamento in materia di scambio di informazioni e intelligence, sia all’interno che all’esterno dell’UE. Contemplati, inoltre, l’innasprimento dei controlli all’ingresso nell’Area Schengen, il contrasto al traffico d’armi e il rilancio delle discussioni sull’istituzione di un registro comune dei nomi dei passeggeri di voli aerei, per individuare gli eventuali terroristi jihadisti che tornano radicalizzati in Europa a commettere attentati.
Il Parlamento europeo sta bloccando questo disegno di legge dal 2011, sollecitando delle garanzie sulla tutela dei dati a carattere personale. Tutte le misure che saranno decise — richiama l’attenzione la diplomazia di Bucarest — vanno fatte nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonchè tenendo presente i successi del processo di integrazione europea, soprattutto la libertà di circolazione nell’UE.