Tensioni nell’ALDE, il partner di governo del PSD
Lungi dall’essere monolitico, il grande vincitore dello scrutinio parlamentare, il Partito Socialdemocratico, che ha ottenuto il 45% dei voti, ha sempre più membri che contestano l’onnipotente e onnipresente capo, Liviu Dragnea. Partner junior al governo, dopo aver ottenuto circa il 6% dei voti, l’ALDE sembra a suo turno, sull’orlo di un’esplosione. Domenica, uno dei due copresidenti del partito, Daniel Constantin, ha lasciato la sala in cui si era riunita la direzione liberal-democratica, accusando che la seduta non era conforme allo statuto. I lavori sono andati avanti, però, mentre l’altro copresidente del partito, Călin Popescu Tăriceanu, ha stabilito che, dopo Pasqua, in aprile si svolgerà il Congresso al quale sarà eletto un unico leader.
Bogdan Matei, 20.03.2017, 14:36
Lungi dall’essere monolitico, il grande vincitore dello scrutinio parlamentare, il Partito Socialdemocratico, che ha ottenuto il 45% dei voti, ha sempre più membri che contestano l’onnipotente e onnipresente capo, Liviu Dragnea. Partner junior al governo, dopo aver ottenuto circa il 6% dei voti, l’ALDE sembra a suo turno, sull’orlo di un’esplosione. Domenica, uno dei due copresidenti del partito, Daniel Constantin, ha lasciato la sala in cui si era riunita la direzione liberal-democratica, accusando che la seduta non era conforme allo statuto. I lavori sono andati avanti, però, mentre l’altro copresidente del partito, Călin Popescu Tăriceanu, ha stabilito che, dopo Pasqua, in aprile si svolgerà il Congresso al quale sarà eletto un unico leader.
I dissensi nell’ALDE, dice Constantin, sarebbero stati provocati dal modo in cui vengono adottate le decisioni nel partito. Egli ha lamentato soprattutto la docilità con la quale l’ALDE si è associata, lo scorso inverno, alla non-ispirata iniziativa socialdemocratica di modificare i codici penali tramite decreto governativo d’urgenza. I costi di immagine sono stati enormi, perché centinaia di migliaia di romeni sono scesi in piazza, accusando il Governo di volere esonerare dalla responsabilità penale i politici corrotti.
Daniel Constantin: Non ho accettato e non accetterò mai che qualcuno che non è membro del partito di cui faccio parte prenda decisioni all’interno del nostro partito, con l’accordo di uno dei copresidenti. Ho chiesto e ho provato subito dopo il decreto-legge 13 a creare questo meccanismo volto a rendere le decisioni trasparenti, un meccanismo tramite cui tutti i colleghi partecipino alla presa delle decisioni. Purtroppo, non si è voluto e non si è riuscito a fare questo.”
Constantin ha promesso che non darà le dimissioni dal partito, ma ha precisato che discuterà con il premier Sorin Grindeanu degli incarichi che ha nel Governo, quelli di vicepremier e ministro dell’Ambiente.
In replica, il presidente del Senato, Călin Popescu Tăriceanu, ha confessato che tensioni tra i leader dell’ALDE ci sono state anche prima delle elezioni: Io sono stato semplicemente ricattato dal signor Daniel Constantin in merito a certi colleghi che si dovevano candidare sulle liste al parlamento e con cui non ero d’accordo non per quanto riguarda la partecipazione, ma per le rispettive posizioni. La discussione è stata molto recisa e mi ha detto che se non avessi accettato, allora saremmo arrivati in un’impasse e non avremmo potuto inoltrare le liste per le elezioni politiche, quindi che l’ALDE non avrebbe funzionato e mi ha detto che lui non ha alcun problema in questo senso. E allora ho fatto io una concessione affinché potessimo partecipare alle elezioni, perché altrimenti, ovviamente, l’ALDE non sarebbe oggi nel Parlamento.”
Il sostegno parlamentare dell’attuale governo non sarà intaccato da eventuali dissidenze dall’ALDE — spera il presidente socialdemocratico, Liviu Dragnea. I commentatori dicono però che, all’interno della coalizione si stia già formando, con la denominazione provvisoria di “nuova sinistra”, una terza entità politica, con la partecipazione, in ugual misura, di Daniel Constantin e dell’ex leader socialdemocratico Victor Ponta, sempre più critico nei confronti del suo successore Dragnea. (tr. G.P.)