Sussidi sociali, nuova legge in Romania
Un rapporto presentato dalla Banca Centrale indica che, alla fine dello scorso anno, circa 4 milioni di persone in età comprese tra i 15 e 64 anni non avevano, non cercavano e neanche svolgevano un’attività propria. Inoltre, il documento rileva che solo il 10% della popolazione inattiva sarebbe disponibile a lavorare, senza cercare, però, un lavoro. Anzi, negli ultimi 6 anni, il flusso delle persone che cominciano o riprendono un’attività è quasi inesistente. A dicembre 2017, lo stato romeno ha pagato per i sussidi sociali (reddito minimo garantito) oltre 60 milioni di lei (circa 13 milioni di euro), cioè mediamente quasi 276 lei (60 euro all’incirca) a persona.
Mihai Pelin, 23.07.2018, 11:31
Un rapporto presentato dalla Banca Centrale indica che, alla fine dello scorso anno, circa 4 milioni di persone in età comprese tra i 15 e 64 anni non avevano, non cercavano e neanche svolgevano un’attività propria. Inoltre, il documento rileva che solo il 10% della popolazione inattiva sarebbe disponibile a lavorare, senza cercare, però, un lavoro. Anzi, negli ultimi 6 anni, il flusso delle persone che cominciano o riprendono un’attività è quasi inesistente. A dicembre 2017, lo stato romeno ha pagato per i sussidi sociali (reddito minimo garantito) oltre 60 milioni di lei (circa 13 milioni di euro), cioè mediamente quasi 276 lei (60 euro all’incirca) a persona.
Ora, però, le cose sembrano cambiare. Le persone che incassano sussidi sociali rischiano di perderli se rifiuteranno un posto di lavoro o un corso di qualificazione. La legge che modifica in tal senso i provvedimenti sul reddito minimo garantito è stata promulgata dal presidente Klaus Iohannis. Al Parlamento, il ddl è stato appoggiato da tutti i partiti, e gli iniziatori hanno sottolineato che la meta è quella di incoraggiare il lavoro e responsabilizzare questa categoria sociale.
E’ l’ora che in Romania ogni cittadino incassi il reddito corrispettivo al proprio lavoro. La legge non riguarda le persone che hanno veramente delle necessità particolari e che vanno appoggiate, bensì quelle che devono lavorare. C’è anche la soluzione dei lavori stagionali, ad esempio nell’agricoltura o nell’edilizia, ha spiegato Stefan Baisanu, deputato dell’ALDE.
Secondo i nuovi provvedimenti, per le somme concesse come sussidi, una o più persone maggiorenni capaci di lavorare, tenendo in considerazione il valore dell’aiuto sociale incassato dalla rispettiva famiglia, ha l’obbligo di partecipare mensilmente, su richiesta del sindaco, ad attività o lavori di interesse locale. Tutto senza superare il regime lavorativo normale e nel rispetto delle norme di sicurezza e igiene sul lavoro. Qualora venisse accertato che la rispettiva famiglia o persona ha incassato anche redditi da altre fonti, non dichiarati dal titolare, allora i sussidi sociali non verranno più concessi.
La normativa prevede anche gli obblighi dei sindaci, che dovranno elaborare un piano di attività stagionali in base alle sollecitazioni inoltrate dalle imprese locali che richiedono manodopera. Se il sindaco non si attiene a questo impegno, gli verrà inflitta una multa compresa tra i 1.000 e 5.000 lei (217-1090 euro). Ai sensi della legge, le famiglie e i single, cittadini romeni, hanno il diritto al reddito minimo garantito come forma di assistenza sociale, che lo stato romeno concede mensilmente alle persone senza reddito o con redditi molto bassi. A dicembre 2017, quasi 250.000 persone hanno beneficiato di questo aiuto statale.