Sull’anticorruzione, a Bruxelles
Il Governo PSD — ALDE, insediato in Romania dopo le elezioni politiche dello scorso dicembre, continuerà la lotta alla corruzione, e le modifiche del Codice Penale, necessarie per renderlo pienamente conforme con le decisioni della Corte Costituzionale, saranno fatte solo nel Parlamento. E’ ciò che ha promesso il premier Sorin Grindeanu all’incontro a Bruxelles con il primo vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans. Discussioni per chiarire l’argomento erano diventate d’obbligo dopo che la Commissione Europea ha condannato il tentativo del governo Grindeanu di modificare tramite decreto governativo d’urgenza la legislazione penale, rilassandola per quanto riguarda il reato di abuso d’ufficio e alimentando i sospetti che la misura fosse, infatti, dedicata ai politici che hanno problemi con la legge.
Ştefan Stoica, 17.02.2017, 13:52
L’esponente europeo ha salutato l’abrogazione del famigerato decreto governativo, considerandola un passo verso il ritorno al normale iter della lotta alla corruzione. Un percorso che ha come obiettivo finale la rimozione del monitoraggio tramite il Meccanismo di Cooperazione e Verifica nel campo della giustizia, introdotto dai partner europei dopo l’adesione del nostro Paese all’UE. E’ una cosa positiva, ha sottolineato Frans Timmermans, che il Governo voglia armonizzare la legislazione nazionale con le norme dell’UE e correggere quello che la Corte Costituzionale di Bucarest ha definito poco chiaro o illecito, solo che tutto ciò va realizzato con la massima apertura e trasparenza.
Così staranno le cose, ha assicurato il premier Sorin Grindeanu: “Auspichiamo, per quanto riguarda le regolamentazioni nel settore giustizia, che tutte queste cose avvengano nel Parlamento tramite un dibattito quanto più ampio in cui siano impegnate istituzioni romene, ONG, parlamentari, ovviamente, di modo che le decisioni della Corte Costituzionale, relative ad articoli del Codice Penale e di Procedura Penale possano essere approvate nel Parlamento”.
Per dare credibilità alle future azioni del suo gabinetto, Sorin Grindeanu prende in considerazione la nomina di una persona apolitica a capo del ministero della Giustizia. Questa persona dovrebbe sostituire il socialdemocratico Florin Iordache, il quale è stato costretto a rassegnare le dimissioni pochi giorni dopo che il decreto governativo d’urgenza che ha scandalizzato la scena pubblica è stato abrogato. D’altra parte, la strada non si accontenta del sacrificio di Iordache, ma chiede le dimissioni dell’intera equipe al governo, carente al capitolo fiducia dopo l’episodio del decreto governativo d’urgenza, che il PSD vorrebbe che fosse dimenticato il prima possibile. Nel Parlamento, il presidente del partito e della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea, anche lui aspramente criticato, ha annunciato che i parlamentari della maggioranza voteranno una legge per bocciare il decreto governativo n.13, proprio per non lasciare più spazio a interpretazioni. Ricordiamo che il decreto n.13 è stato abrogato tramite un altro, attualmente in via di approvazione nel legislativo, però c’è chi considera che bocciare il primo sia d’obbligo per eliminare i suoi effetti. (tr. G.P.)