Sostegno romeno all’Ucraina
Come tante personalità di primo piano della politica europea e americana, tre dei più importanti esponenti politici romeni si sono recati, ieri, a Kiev, per ribadire il loro sostegno fermo all’Ucraina invasa dalle truppe russe. Il premier e leader del PNL, Nicolae Ciucă, il presidente della Camera dei Deputati e del PSD (partner di governo dei liberali), Marcel Ciolacu, e il ministro degli Esteri, il diplomatico di carriera non affiliato politicamente Bogdan Aurescu, hanno detto ai responsabili di Kiev che Bucarest è accanto a loro e al popolo ucraino. Oltre 600 chilometri di frontiera separano la Romania dallo stato confinante.
All’incontro con il presidente Volodymyr Zelensky e con gli altri esponenti ucraini, il premier Ciucă ha presentato le misure di sostegno pluridimensionale all’Ucraina, compresa la gestione degli oltre 820 mila rifugiati che hanno attraversato il confine con la Romania. Ciò ha significato allestire campi per i profughi, regolare l’accesso gratuito ai servizi sanitari, d’istruzione e di trasporto, ma anche al mercato del lavoro romeno. Sottoposta a un blocco marittimo da parte della flotta militare russa, l’Ucraina affronta grandi difficoltà nelle sue tradizionali esportazioni di cereali e di prodotti di origine animale, e il capo dell’Esecutivo ha menzionato, tra le misure concrete di sostegno, la liberalizzazione temporanea da parte della Romania del trasporto stradale di merci effettuato da operatori ucraini, nonché l’agevolazione dell’accesso delle merci dall’Ucraina nei porti fluviali e marittimi romeni.
La Romania, hanno detto gli esponenti arrivati da Bucarest, è disponibile e interessata a partecipare attivamente al processo di ricostruzione dell’Ucraina al termine della guerra. La visita ha incluso anche le località di Borodianka e di Irpin (nord), nei pressi della capitale Kiev, insanguinate dalle truppe russe, che hanno lasciato dietro di esse fosse comuni e corpi in strada. Il premier Nicolae Ciucă ha condannato nuovamente le atrocità commesse dalle truppe di invasione ed ha espresso il sostegno della Romania allo svolgimento di un’indagine internazionale che porti di fronte alla giustizia i colpevoli degli omicidi commessi.
“La sua visita è un segnale importante e chiaro di sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Federazione Russa” — ha affermato il presidente Zelensky, aggiungendo che “una componente importante del futuro europeo comune sarà la protezione e lo sviluppo assoluto delle nostre minoranze nazionali — la comunità ucraina di Romania e la comunità romena d’Ucraina”. Anche il presidente della Camera dei Deputati di Bucarest, Marcel Ciolacu, ha sottolineato che la solidarietà del popolo romeno con i suoi vicini ucraini va rafforzata anche a livello delle minoranze. La comunità romena dello stato confinante conta oltre 400 mila persone, la maggior parte nel nord della Bucovina, nel nord e sud della Bessarabia e nel Territorio di Hertza, zone romene annesse dall’ex Unione Sovietica stalinista nel 1940 e che fanno parte dell’Ucraina come stato successore, dal 1991, in seguito alla disintegrazione dell’URSS.
Bogdan Matei, 27.04.2022, 13:08
Come tante personalità di primo piano della politica europea e americana, tre dei più importanti esponenti politici romeni si sono recati, ieri, a Kiev, per ribadire il loro sostegno fermo all’Ucraina invasa dalle truppe russe. Il premier e leader del PNL, Nicolae Ciucă, il presidente della Camera dei Deputati e del PSD (partner di governo dei liberali), Marcel Ciolacu, e il ministro degli Esteri, il diplomatico di carriera non affiliato politicamente Bogdan Aurescu, hanno detto ai responsabili di Kiev che Bucarest è accanto a loro e al popolo ucraino. Oltre 600 chilometri di frontiera separano la Romania dallo stato confinante.
All’incontro con il presidente Volodymyr Zelensky e con gli altri esponenti ucraini, il premier Ciucă ha presentato le misure di sostegno pluridimensionale all’Ucraina, compresa la gestione degli oltre 820 mila rifugiati che hanno attraversato il confine con la Romania. Ciò ha significato allestire campi per i profughi, regolare l’accesso gratuito ai servizi sanitari, d’istruzione e di trasporto, ma anche al mercato del lavoro romeno. Sottoposta a un blocco marittimo da parte della flotta militare russa, l’Ucraina affronta grandi difficoltà nelle sue tradizionali esportazioni di cereali e di prodotti di origine animale, e il capo dell’Esecutivo ha menzionato, tra le misure concrete di sostegno, la liberalizzazione temporanea da parte della Romania del trasporto stradale di merci effettuato da operatori ucraini, nonché l’agevolazione dell’accesso delle merci dall’Ucraina nei porti fluviali e marittimi romeni.
La Romania, hanno detto gli esponenti arrivati da Bucarest, è disponibile e interessata a partecipare attivamente al processo di ricostruzione dell’Ucraina al termine della guerra. La visita ha incluso anche le località di Borodianka e di Irpin (nord), nei pressi della capitale Kiev, insanguinate dalle truppe russe, che hanno lasciato dietro di esse fosse comuni e corpi in strada. Il premier Nicolae Ciucă ha condannato nuovamente le atrocità commesse dalle truppe di invasione ed ha espresso il sostegno della Romania allo svolgimento di un’indagine internazionale che porti di fronte alla giustizia i colpevoli degli omicidi commessi.
“La sua visita è un segnale importante e chiaro di sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Federazione Russa” — ha affermato il presidente Zelensky, aggiungendo che “una componente importante del futuro europeo comune sarà la protezione e lo sviluppo assoluto delle nostre minoranze nazionali — la comunità ucraina di Romania e la comunità romena d’Ucraina”. Anche il presidente della Camera dei Deputati di Bucarest, Marcel Ciolacu, ha sottolineato che la solidarietà del popolo romeno con i suoi vicini ucraini va rafforzata anche a livello delle minoranze. La comunità romena dello stato confinante conta oltre 400 mila persone, la maggior parte nel nord della Bucovina, nel nord e sud della Bessarabia e nel Territorio di Hertza, zone romene annesse dall’ex Unione Sovietica stalinista nel 1940 e che fanno parte dell’Ucraina come stato successore, dal 1991, in seguito alla disintegrazione dell’URSS.