Sostegno da Bucarest ai romeni dell’Ucraina
Il Governo romeno ha adottato ieri una serie di misure concrete a sostegno degli alunni di etnia romena e dei loro insegnanti della confinante Ucraina. Ai migliori 1000 allievi lo Stato romeno concederà borse di studio per un valore di 200 lei al mese (circa 50 euro). Inoltre, 300 insegnanti delle scuole romene dell’Ucraina potranno effettuare degli stage di specializzazione presso le università di Cluj, Suceava, Iasi e Galati. Si potranno candidare gli insegnanti in possesso di titoli di studio che consentono loro di praticare la professione sul territorio ucraino e attestano la dichiarazione dell’appartenenza allo spazio identitario romeno. La selezione spetta agli atenei che organizzano gli stage, col sostegno delle associazioni, delle organizzazioni e delle fondazioni degli etnici romeni dell’Ucraina.
Bogdan Matei, 26.01.2018, 12:23
Il Governo romeno ha adottato ieri una serie di misure concrete a sostegno degli alunni di etnia romena e dei loro insegnanti della confinante Ucraina. Ai migliori 1000 allievi lo Stato romeno concederà borse di studio per un valore di 200 lei al mese (circa 50 euro). Inoltre, 300 insegnanti delle scuole romene dell’Ucraina potranno effettuare degli stage di specializzazione presso le università di Cluj, Suceava, Iasi e Galati. Si potranno candidare gli insegnanti in possesso di titoli di studio che consentono loro di praticare la professione sul territorio ucraino e attestano la dichiarazione dell’appartenenza allo spazio identitario romeno. La selezione spetta agli atenei che organizzano gli stage, col sostegno delle associazioni, delle organizzazioni e delle fondazioni degli etnici romeni dell’Ucraina.
Avviate su proposta del Ministero per i Romeni all’Estero, le misure riguardano, come precisa il dicastero in un comunicato, il rispetto dei diritti all’identità linguistica degli etnici romeni in Ucraina, attraverso stimoli in grado di assicurare lo studio in lingua materna. In questo modo, Bucarest tenta di attenuare gli effetti della nuova legge sull’istruzione in Ucraina, adottata lo scorso autunno, che limita drasticamente l’accesso all’insegnamento in lingua materna delle numerose minoranze etniche. La normativa prevede che i bambini appartenenti alle etnie minoritarie potranno studiare in lingua materna solo all’asilo d’infanzia e alla scuola elementare, dopo di che seguiranno i corsi esclusivamente in ucraino.
Il capo della diplomazia di Bucarest, Teodor Melescanu, ha proposto all’omologo Pavlo Klimkin che la Romania e l’Ucraina elaborino un documento congiunto sull’applicazione della legge sull’istruzione. In precedenza, Melescanu e i ministri degli Esteri ungherese, bulgaro e greco avevano firmato una lettera congiunta per esprimere la preoccupazione e il profondo rammarico verso l’adozione della nuova legge. Il ministro dell’Istruzione romeno, Liviu Pop, si è recato a Kiev per pronunciarsi contro la normativa. Il Parlamento di Bucarest ha sollecitato, in una dichiarazione votata all’unanimità, il riesame della legge e ha ammonito di seguire con preoccupazione e massima attenzione le evoluzioni generate dai suoi provvedimenti.
A sua volta, il presidente Klaus Iohannis ha deciso di rinviare a una data da definire una visita programmata ad ottobre a Kiev. I commentatori definiscono come assolutamente legittima la preoccupazione di Bucarest, dal momento che nello stato confinante vivono circa mezzo milione di etnici romeni, in maggioranza sui territori romeni orientali annessi nel 1940, in seguito ad un ultimatum, dall’ex Unione Sovietica, e assunti nel 1991 dall’Ucraina, come stato successore.