Sondaggio: cosa preoccupa i romeni?
L’impennata dei prezzi, la perdita dei posti di lavoro e la diminuzione dei redditi sono le principali preoccupazioni dei romeni, alle quali si aggiunge l’angoscia di un peggioramento della condizione di salute e la paura di calamità naturali e di un possibile conflitto o guerra nella zona.
Roxana Vasile, 02.08.2013, 12:36
L’impennata dei prezzi, la perdita dei posti di lavoro e la diminuzione dei redditi sono le principali preoccupazioni dei romeni, alle quali si aggiunge l’angoscia di un peggioramento della condizione di salute e la paura di calamità naturali e di un possibile conflitto o guerra nella zona.
La percentuale di quanti si dichiarano preoccupati è diminuita da oltre il 34% a meno del 30, ma resta comunque alta. La maggioranza degli intervistati afferma che il prezzo dell’energia e dei carburanti è cresciuto rispetto allo scorso anno, che è superiore rispetto ad altri Paesi europei e che, d’inverno, fino alla metà del reddito medio delle famiglie è destinata al pagamento delle bollette.
Invece, la perdita del posto di lavoro è diventata una preoccupazione di altri 6% dei romeni, il cui numero è cresciuto dal 22,4% a febbraio al 28,6% a luglio. Lieve aumento anche per le preoccupazioni dei romeni per la diminuzione dei redditi, dal 16 al 17,5%.
Tutto sommato, solo il 22,2% degli intervistati si dichiarano tranquilli per il futuro, ritenendo che la Romania va nella direzione giusta. Invece, il 65,5% sostiene, al contrario, che il Paese abbia imboccato la strada sbagliata. I sociologi attribuiscono la scontentezza — ormai tradizionale — all’inerzia delle percezioni negative accumulate negli ultimi anni di crisi, nonchè al ritardo delle misure di rinvigorimento economico e sociale attese dalla popolazione.
D’altra parte, alcune domande del sondaggio interessano anche l’ordinamento dello stato gradito dai romeni. Se venisse convocato un referendum sul ripristino della monarchia, il 41% degli intervistati si pronuncerebbe sempre per la repubblica.
Eppure, se la Romania ridiventasse monarchia — come lo era stata fino al 1947 e a favore della quale si pronuncerebbe il 27,2% dei cittadini — circa un terzo dei romeni ritiene che al trono dovrebbe tornare l’ex sovrano Michele I, mentre il 19% esprime i consensi per la Principessa Margareta, sua figlia.
Se oltre la metà dei romeni concorda con l’idea che la repubblica ha il vantaggio del presidente eletto direttamente dai cittadini, invece 4 su 10 ritengono che la monarchia ha come beneficio il fatto che il re non dipende dai partiti, quindi può essere un arbitro imparziale sulla scena politica.
Il sondaggio è stato commissionato da un quotidiano nazionale di Romania, dal 12 al 21 luglio, su un campione di 1.050 persone di 37 province del Paese e della capitale Bucarest, con un errore massimo ammesso di più o meno il 3%.