Soluzioni e misure di protezione antisismica
Campagne di informazione, app per telefonini e una piattaforma nazionale con raccomandazioni sono alcune delle misure a sostegno dei cittadini romeni in situazioni estreme, come quelle provocate da forti terremoti. L’Istituto Nazionale per la Fisica della Terra e l’Accademia Romena hanno presentato ieri gli strumenti sviluppati dopo il 4 marzo 1977, quando è avvenuto il più forte terremoto che ha mai colpito la Romania, di magnitudo 7,2 della Richter. La scossa ha provocato 1570 morti, in maggioranza a Bucarest, e danni materiali stimati a più di due miliardi di dollari. Sono state distrutte o gravemente danneggiate circa 230.000 abitazioni e centinaia di unità economiche hanno cessato l’attività. Gli specialisti ammoniscono che, nell’evenienza di un terremoto simile a quello del 1977, solo a Bucarest centinaia di edifici sono in pericolo di crollare.
Bogdan Matei, 05.03.2019, 14:11
Campagne di informazione, app per telefonini e una piattaforma nazionale con raccomandazioni sono alcune delle misure a sostegno dei cittadini romeni in situazioni estreme, come quelle provocate da forti terremoti. L’Istituto Nazionale per la Fisica della Terra e l’Accademia Romena hanno presentato ieri gli strumenti sviluppati dopo il 4 marzo 1977, quando è avvenuto il più forte terremoto che ha mai colpito la Romania, di magnitudo 7,2 della Richter. La scossa ha provocato 1570 morti, in maggioranza a Bucarest, e danni materiali stimati a più di due miliardi di dollari. Sono state distrutte o gravemente danneggiate circa 230.000 abitazioni e centinaia di unità economiche hanno cessato l’attività. Gli specialisti ammoniscono che, nell’evenienza di un terremoto simile a quello del 1977, solo a Bucarest centinaia di edifici sono in pericolo di crollare.
Dal 2013 è attivo un sistema di allerta sismi di magnitudo superiore a 4,5, che può essere utilizzato per bloccare le infrastrutture pericolose – processi chimici o impianti gas. Il sistema è stato installato nel Paese, nei centri emergenza gestiti da tutti i competenti ministeri. L’Istituto per la Fisica della Terra sta lavorando anche a un sistema di monitoraggio del comportamento dei palazzi adibiti a uffici, ha spiegato il suo direttore, Constantin Ionescu.
Da parte sua, il segretario di stato per le situazioni di emergenza al Ministero dell’Interno, Raed Arafat, ha annunciato che le lezioni dell’esercitazione Sisma 2018, svoltasi lo scorso ottobre, saranno trasposte nella legislazione. La più ampia esercitazione di protezione civile degli ultimi anni a livello europeo, ha offerto alle autorità romene l’opportunità di controllare la velocità di reazione e la capacità di intervento e cooperazione nell’evenienza di un forte terremoto. La scelta non è stata casuale: accanto a Spagna, Italia o Grecia, la Romania è considerata uno dei Paesi dell’Unione più vulnerabili ai sismi. Negli ultimi due secoli, vi si sono verificati sette terremoti di magnitudo superiore ai 7 gradi Richter.
Per cinque giorni, le simulazioni hanno coinvolto tutte le strutture responsabili nell’evenienza di un sisma di magnitudo 7,5 Richter, seguito da altre scosse, che provocherebbe numerose vittime e lederebbe in primo luogo la capitale Bucarest. Le squadre di salvataggio hanno affrontato situazioni estreme, con migliaia di decessi, feriti e sfollati. Secondo lo scenario, il presidente Klaus Iohannis ha indetto lo stato di emergenza. L’esercito ha allestito un ospedale da campo e gli sfollati sono stati alloggiati in tende su stadi e nelle località confinanti con Bucarest. Da Israele, Italia e Norvegia sono arrivati ospedali mobili di ultima generazione, attrezzati anche per terapia intensiva, mentre da Austria e Ungheria sono giunte le ambulanze. I risultati dell’esercitazione sono stati analizzati anche da esperti delle strutture specializzate dell’Unione Europea e della NATO.