Siria: scatta offensiva Usa contro lo Stato Islamico
L’esercito Usa e forze delle nazioni-partner nella lotta al terrorismo hanno effettuato, martedi’, per la prima volta, due raid contro 20 obiettivi dello Stato Islamico in Siria, con aerei da combattimento, bombardieri e missili Tomahawk. Stando alle agenzie stampa, gli Usa sono stati sostenuti in quest’azione dall’Arabia Saudita, Giordania, dagli Emirati Arabi Uniti e dal Bahrein. Damasco è stata informata dagli americani sui raid effettuati sul suo territorio e sul fatto che non sono diretti contro la Siria. L’azione senza precedenti degli Usa è scattata nel contesto del deterioramento accentuato della situazione in Iraq e Siria, dove il gruppo jihadista continua la sua offensiva armata e chiede ai musulmani di uccidere cittadini dei Paesi membri della coalizione internazionale creata per combatterlo, soprattutto americani e francesi.
Valentin Țigău, 23.09.2014, 13:18
L’esercito Usa e forze delle nazioni-partner nella lotta al terrorismo hanno effettuato, martedi’, per la prima volta, due raid contro 20 obiettivi dello Stato Islamico in Siria, con aerei da combattimento, bombardieri e missili Tomahawk. Stando alle agenzie stampa, gli Usa sono stati sostenuti in quest’azione dall’Arabia Saudita, Giordania, dagli Emirati Arabi Uniti e dal Bahrein. Damasco è stata informata dagli americani sui raid effettuati sul suo territorio e sul fatto che non sono diretti contro la Siria. L’azione senza precedenti degli Usa è scattata nel contesto del deterioramento accentuato della situazione in Iraq e Siria, dove il gruppo jihadista continua la sua offensiva armata e chiede ai musulmani di uccidere cittadini dei Paesi membri della coalizione internazionale creata per combatterlo, soprattutto americani e francesi.
L’organizzazione terroristica Stato Islamico è diventata nota in seguito al suo comportamento brutale, alle esecuzioni mostruose, agli stupri e alle prese di ostaggi. Gli Usa e la Francia sono i primi ad aver lanciato finora raid aerei in Iraq contro le postazioni dello Stato Islamico, che ha proclamato, lo scorso primo luglio, il ”califfato” in Siria e Iraq. Un esponente del Petangono ha affermato che i raid di oggi sono stati diretti contro le postazioni di Raqa, principale baluardo dei jihadisti in Siria. Il gruppo terroristico controlla anche la maggior parte dell’est del Paese, soprattutto la provincia petrolifera Deir Ezzor e una gran parte del confine con la Turchia. I combattenti kurdi siriani hanno annunciato di aver fermato l’avanzamento dei jihadisti verso la città di Kobani, al confine con la Turchia — teatro di violenti scontri che hanno provocato inclusivamente un nuovo esodo della popolazione verso questo Paese.
In seguito all’aggravarsi del conflitto nella zona, il segretario di stato americano, John Kerry, ha chiesto la formazione di una coalizione internazionale di Paesi europei ed arabi, accanto agli Usa, che distrugga lo Stato Islamico in Iraq e Siria. A Bucarest, il premier Victor Ponta ha annunciato che la Romania sostiene la formazione della coalizione e parteciperà “con ciò che viene deciso dal punto di vista strategico ed operativo” allo sforzo internazionale. Un recente sondaggio rileva che la maggioranza dei romeni sono preoccupati per la situazione nella confinante Ucraina e per gli attacchi dello Stato Islamico. Il 44% sono preoccupati e molto preoccupati per le azioni dei jihadisti.
(traduzione di Adina Vasile)