Scuola: Romania, quando si torna in aula?
Dallo scorso marzo, tranne meno di due mesi tra settembre e novembre, gli alunni romeni non vanno più a scuole e svolgono le lezioni online. In meno di una settimana si concluderanno le vacanze invernali e la didattica online proseguirà. A causa della situazione epidemiologica, neanche queste vacanze natalizie hanno consentito l’interazione dei bambini, che hanno trovato sempre a casa vari modi per riempire il tempo. Mi trovo delle attività senza andare in un determinato posto. Disegno, leggo, mi metto davanti al computer per fare i compiti e sto con la famiglia, racconta un alunno.
Roxana Vasile, 05.01.2021, 13:22
Lo psicologo Fabian Radu raccomanda ai genitori di passare quanto più tempo insieme ai figli e svolgere insieme attività ricreative. Sarebbe importante non lasciarli sempre con il telefonino o la tablet a giocare con gli occhi fissi sullo schermo, bensì indirizzarli anche verso altri tipi di attività ricreative, spiega lo psicologo.
In vista del secondo semestre che comincerà l’8 febbraio, il Consiglio nazionale degli alunni tira un segnale d’allarme, portando come argomenti il fatto che la didattica online è faticosa, inefficiente e completamente insostenibile a lungo termine. Numerosi allievi, soprattutto negli ambienti sfavoriti, non hanno accesso all’istruzione, in quanto privi di computer, tablet o connessione internet. Per questi bambini serve anche un piano di recupero delle lezioni, per evitare l’acutizzazione delle mancanze accumulate dall’inizio della pandemia.
Il Consiglio nazionale degli alunni auspica un decentramento delle decisioni sulla riapertura della scuole a seconda dell’incidenza locale, come accaduto anche prima, visto che in molte località del Paese il tasso è inferiore ai 3 casi per mille abitanti. Inoltre, in vista dei test nazionali, gli alunni vorrebbero discutere con i fattori decisionali centrali aspetti riguardanti l’organizzazione, contemplando più scenari in grado di consentire il loro svolgimento.
Il ministro dell’Istruzione, Sorin Cîmpeanu, tiene in considerazione il possibile rientro in aula nel secondo semestre, ma solo a seconda della situazione epidemiologica. Il ministro non esclude nessuno scenario che possa risultare in seguito ad un’analisi corretta e completa, che verrà condotta, il più probabilmente, negli ultimi 10 giorni di gennaio.