Scrittori in prigione
Nell’ultimo anno, passo dopo passo, una vera accademia dei delinquenti ha iniziato a svilupparsi nelle prigioni romene. Le elite condannate hanno scoperto, e non a caso, il loro interesse per la scrittura. Da politici – ministri, parlamentari oppure sindaci – fino ad importanti imprenditori, da ex magistrati a personalità del mondo dello sport, tutti hanno approfittato e continuano a farlo, di uno sportello lasciato aperto dalla legge. La Legge 254 del 2013 offre ai detenuti la possibilità di ridurre la reclusione di 30 giorni, nel caso dell’elaborazione di un lavoro scientifico pubblicato, oppure di un’invenzione brevettata. Solo che la normativa diventa permissiva per gli inquilini di lusso delle prigioni, molti di loro diventando di conseguenza, prolifici scrittori.
Florentin Căpitănescu, 07.01.2016, 16:11
La legge non solo permette l’abuso, ma anche lo incoraggia, perchè la riduzione della pena viene applicata per ogni libro scritto, il cui valore accademico sta solo nel timbro di una casa editrice autorizzata. Il sospetto riguardo l’apparizione di una nuova categoria, quella degli scrittori-fantasma, si dimostra quindi uno ovvio, perchè molti dei detenuti avevano dimostrato, prima di essere arrestati, una chiara mancanza di idee, vocabolario e perfino di elementari conoscenze grammaticali. La spettacolare metamorfosi, assieme alla crescita spettacolare del numero di libri pubblicati, ha generato un’ovvia perplessità non solo nello spazio pubblico, ma anche tra i responsabili della giustizia.
E proprio il ministro Raluca Pruna ha dichiarato di avere seri dubbi per quanto riguarda il carattere scientifico delle pubblicazioni. Sto facendo un analisi molto seria e vorrei vedere, assieme all’Amministrazione Nazionale dei Penitenziari, com’è stata applicata questa procedura, e se la conclusione sarà che è stata applicata in modo difettuoso oppure con la trasgressione della legge, non sarò affatto timida, ha detto il ministro. Stando a Raluca Pruna, dal 2007 fino al 2010 è stato pubblicato un unico lavoro del genere, nel periodo 2011-2013, 20, mentre nel 2015 il numero è salito a 330.
Sembra però che le cose cambieranno. Perchè un’iniziativa legislativa per la modifica della legge sull’esecuzione delle pene è stata già inoltrata al Senato, e prevede proprio l’abrogazione del controverso articolo di legge. E questo perchè, sostengono i suoi iniziatori, la legge attuale stimola l’impostura e permette di trasgredire le pene detentive, mentre la semplice attività creativa nelle prigioni non garantisce un cambiamento dell’atteggiamento antisociale. Resta da vedere quanti altri libri saranno pubblicati, verso quali zone culturali o artistiche rivolgeranno l’attenzione i VIP delle prigioni, ma soprtatutto che altri sotterfugi troveranno per ridurre le loro pene.