Sciopero nell’Istruzione prosegue
Lo sciopero nell’istruzione preuniversitaria romena prosegue, ma il numero dei partecipanti sembra essere calato. Il ministro Ligia Deca ha annunciato che 10.000 insegnanti avrebbero rinunciato alla protesta e solo il 53% dell’intero personale continua. Se si arrivasse sotto il 50%, lo sciopero dovrebbe cessare e i professori potrebbero recuperare le lezioni perdute, ha precisato il ministro. Quello che ci accontenta è il trend in discesa. E’ chiaro che, man mano, gli insegnanti tornano in aula, il personale rientra nelle scuole e tale fatto consente l’organizzazione di un programma di recupero in ogni struttura di insegnamento. In questo modo, entro la fine dell’anno scolastico, sarà possibile recuperare le lezioni e, per il personale, i giorni lavorativi che non potranno essere pagati nello stipendio relativo al mese di maggio, a causa delle proteste, ha precisato Ligia Deca.
Roxana Vasile, 07.06.2023, 13:02
Lo sciopero nell’istruzione preuniversitaria romena prosegue, ma il numero dei partecipanti sembra essere calato. Il ministro Ligia Deca ha annunciato che 10.000 insegnanti avrebbero rinunciato alla protesta e solo il 53% dell’intero personale continua. Se si arrivasse sotto il 50%, lo sciopero dovrebbe cessare e i professori potrebbero recuperare le lezioni perdute, ha precisato il ministro. Quello che ci accontenta è il trend in discesa. E’ chiaro che, man mano, gli insegnanti tornano in aula, il personale rientra nelle scuole e tale fatto consente l’organizzazione di un programma di recupero in ogni struttura di insegnamento. In questo modo, entro la fine dell’anno scolastico, sarà possibile recuperare le lezioni e, per il personale, i giorni lavorativi che non potranno essere pagati nello stipendio relativo al mese di maggio, a causa delle proteste, ha precisato Ligia Deca.
Invece, i sindacati accusano le autorità di confusione, sostenendo che allo sciopero partecipasse, in realtà, l’87% del personale. Essi sono scontenti dell’offerta di incremento salariale presentata dal Governo, inferiore alle loro richieste. In gioco è più di uno stipendio decente: si tratta dello statuto dell’insegnante, in particolare, e dell’istruzione in Romania, in generale, affermano i professori. Tuttavia, siccome la stagione degli esami si avvicina, responsabili dell’Istruzione, rappresentanti degli studenti, dei genitori e dei sindacati hanno partecipato a nuovi colloqui svoltisi alla sede del Ministero, convenendo che per ora non è necessario modificare il calendario degli esami nazionali.
Siamo ancora nella tabella di marcia, quindi non modifichiamo le date delle prove. Se verso il fine settimana, quando saremo in grado di avere una valutazione precisa, giungeremo alla conclusione che non esiste sufficiente risorsa umana per organizzare questi esami, annunceremo le misure contemplate dal ministero. Tutti desideriamo poter tenere le prove alle date annunciate, affinchè tutti gli allievi possano continuare il percorso scelto. Per le altre classi, siamo ancora nel percorso scolastico. Le lezioni finiscono il 16 giugno. Ci potranno essere dei recuperi nel contesto dell’anno scolastico, e per l’eventuale materia non studiata, si potranno rifare le pianificazioni per l’anno prossimo, ha detto ancora il ministro Ligia Deca.
Secondo il calendario vigente in questo momento, le prove orali della Maturità dovrebbero cominciare il 12 giugno e quelle scritte il 26 giugno. I test di Valutazione Nazionale degli alunni dell’8/a classe ginnasiale, che precede l’ingresso al liceo, dovrebbero cominciare il 19 giugno. Intanto, però, in alcune città romene, i dipendenti dell’istruzione hanno continuato le proteste. Domani è previsto a Bucarest un comizio di portata, dopo le recenti manifestazioni che hanno radunato decine di migliaia di persone.