Schengen: Romania e Bulgaria, più vicine all’integrazione
L’adesione della Romania all’area Schengen, una priorità per la diplomazia romena, prevista inizialmente per il marzo 2011, resta ancora un obiettivo difficilmente raggiungibile. Ciò anche se il nostro Paese adempie da oltre 10 anni ai criteri necessari ed è un esempio per quanto riguarda la garanzia della sicurezza nell’UE, come ha sottolineato di recente il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis. Il Presidente ha ricordato che l’adesione a Schengen resta un obiettivo politico importante per la Romania e fa parte dell’impegno che Bucarest si è assunta tramite il Trattato di Adesione all’Unione Europea. Speriamo che il nostro impegno costante sia presto riconosciuto e che sia individuata quanto prima una soluzione per portare a compimento il processo, ha aggiunto il capo dello stato.
Corina Cristea, 22.06.2021, 13:51
L’adesione della Romania all’area Schengen, una priorità per la diplomazia romena, prevista inizialmente per il marzo 2011, resta ancora un obiettivo difficilmente raggiungibile. Ciò anche se il nostro Paese adempie da oltre 10 anni ai criteri necessari ed è un esempio per quanto riguarda la garanzia della sicurezza nell’UE, come ha sottolineato di recente il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis. Il Presidente ha ricordato che l’adesione a Schengen resta un obiettivo politico importante per la Romania e fa parte dell’impegno che Bucarest si è assunta tramite il Trattato di Adesione all’Unione Europea. Speriamo che il nostro impegno costante sia presto riconosciuto e che sia individuata quanto prima una soluzione per portare a compimento il processo, ha aggiunto il capo dello stato.
L’adesione è stata rinviata più volte a causa dell’opposizione di alcuni stati membri, soprattutto dell’Olanda, che hanno invocato motivi legati al Meccanismo di Cooperazione e Verifica. L’adempimento ai criteri da parte della Romania, della Bulgaria e, di recente, anche della Croazia è stato riconosciuto però anche a livello europeo. Proprio all’inizio di questo mese, la Commissione Europea ha presentato una strategia per il consolidamento dei confini esterni dell’area Schengen e per evitare i controlli introdotti da più Paesi all’interno di questa zona di libera circolazione a cominciare dal 2015 e accentuati dalla pandemia, sollecitando al Consiglio di dare luce verde quanto prima all’adesione dei tre Paesi a Schengen. Il commissario per gli affari interni, Ylva Johansson: “Tutti gli stati membri dell’Unione Europea hanno l’obbligo di far parte dell’Area Schengen quando adempiono ai criteri necessari. Al momento, ci sono tre Paesi che riuniscono le condizioni e ci aspettiamo che siano accolti in quest’area. Ci aspettiamo che una decisione in tal senso sia presa dal Consiglio, di modo che la Bulgaria, la Romania e la Croazia diventino membri a pieno titolo.”
Per il momento, secondo una decisione adottata venerdì dalla Commissione Europea, la Romania e la Bulgaria avranno accesso limitato al sistema informatico Schengen dal 1° luglio. Ma l’accesso sarà permesso solo per la visione del Sistema di informazioni sui visti — la base dati che collega la polizia di confine delle frontiere esterne dell’UE ai consolati degli stati membri di tutto il mondo, non essendo permesso introdurre dati nel sistema. Le autorità dei due Paesi potranno, però, visionare la storia dei visti di un richiedente e verificare la validità dei visti Schengen rilasciati da altri stati membri. La decisione è stata presa dopo che entrambi i Paesi hanno portato a compimento una serie di test tecnici necessari per la connessione al sistema. L’accesso totale al sistema informatico Schengen diventerà possibile una volta che la Romania e la Bulgaria saranno membri a pieno titolo dello spazio di libera circolazione, ha precisato la Commissione Europea.