Schengen: polemiche su ingresso Romania e Bulgaria
Rinviato ripetutamente, l’ingresso di Romania e Bulgaria a Schengen è messo di nuovo in forse. Sullo sfondo di polemiche sull’immigrazione di alcuni cittadini di etnia rrom dei due Paesi, il ministro dell’Interno tedesco, Hans — Peter Friedrich, ha dichiarato a “Der Spiegel” che Berlino farà uso del diritto di veto se Bucarest e Sofia insisteranno per una data dell’ingresso nell’area di libera circolazione al Consiglio Giustizia e Affari Interni che si terrà nei giorni prossimi.
Corina Cristea, 04.03.2013, 14:06
Rinviato ripetutamente, l’ingresso di Romania e Bulgaria a Schengen è messo di nuovo in forse. Sullo sfondo di polemiche sull’immigrazione di alcuni cittadini di etnia rrom dei due Paesi, il ministro dell’Interno tedesco, Hans — Peter Friedrich, ha dichiarato a “Der Spiegel” che Berlino farà uso del diritto di veto se Bucarest e Sofia insisteranno per una data dell’ingresso nell’area di libera circolazione al Consiglio Giustizia e Affari Interni che si terrà nei giorni prossimi.
Il ministro tedesco ritiene che Berlino deve prendere delle misure effettive per fermare l’immigrazione delle persone che arrivano, a suo avviso, “per incassare i sussidi sociali, abusando in questo modo del diritto alla libera circolazione”. Persino l’ipotesi di un’adesione parziale, con le frontiere aeree e marittime, invocata finora, è al momento bocciata.
A Bucarest, i Ministeri dell’Interno e degli Esteri hanno sollecitato in un comunicato congiunto che gli stati membri contrari all’ingresso di Romania a Schengen portino al Consiglio Giustizia e Affari Interni degli argomenti chiari, basati sui trattati dell’Ue e sull’acquis specifico.
Il comunicato ricorda che la Romania ha adempiuto a tutti i criteri per entrare nell’Area Schengen, ai sensi dell’acquis specifico, e tale fatto è stato riconosciuto da tutti gli stati membri e stipulato nelle Conclusioni del Consiglio Giustizia e Affari Interni del 9 giugno 2011, sottolinea ancora il comunicato, ribadendo la posizione di principio della Romania che l’ingresso a Schengen non dipende da criteri diversi da quelli stipulati chiaramente dall’acquis.
Il capo della diplomazia romena Titus Corlatean ha offerto dei dettagli a una tv privata.
“Un’Unione europea costruita su una serie di regole che vanno rispettate da tutti i suoi membri costituisce il fondamento della nostra esistenza europea. Se noi rispettiamo queste regole, se noi rispettiamo più che pienamente, anche tramite misure supplementari, con tantissimi sforzi, con tantissimi sacrifici, con ingenti investimenti finanziari, allora è il nostro diritto essere rispettati, è il nostro diritto che questa decisione sia adottata. Se ci sono altri motivi politici per entrare a Schengen, che — attenzione! — non hanno nessun legame con la serie di obiettivi molto chiaramente stabiliti dall’acquis comunitario, dal Trattato Ue, noi non li accettiamo!”, ha detto il ministro.
Da parte sua, il premier Victor Ponta ha precisato che la Romania mantiene l’obiettivo di aderire a Schengen, e ritiene che fosse colpa delle voci che criticano la Romania all’estero, accennando all’opposizione democratico-liberale.
Invece, l’ex premier democratico-liberale Emil Boc punta il dito contro l’Unione social-liberale (al governo) che, a suo avviso, avrebbe sfidato il recente rapporto sulla giustizia romena pubblicato dalla Commissione europea, il che, dice Boc, è inaccettabile in Europa. (trad. Iuliana Anghel)