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Schengen, Parlamento olandese per cautela su ingresso Romania e Bulgaria

Sono cinque i paesi membri dell’UE che in questo momento non fanno parte dell’Area Schengen: Bulgaria, Romania, Croazia, Cipro e Irlanda. A 15 anni dall’adesione all’Unione Europea e a 11 dal previsto ingresso nell’area di libera circolazione, la Romania aspettava a dicembre la luce verde per Schengen. L’ottimismo era in crescita, soprattutto perchè paesi quali Germania e Francia avevano superato i riserbi iniziali e avevano affermato il sostegno in tal senso. Ci vuole, però, unanimità. Invece, il Parlamento dei Paesi Bassi ha adottato ieri una risoluzione in cui invita il Governo presieduto da Mark Rutte a manifestare cautela per quanto riguarda l’ingresso di Romania e Bulgaria a Schengen e non fare alcun passo irreversibile sull’allargamento finchè non compirà ulteriori investigazioni sulla sorveglianza delle frontiere da parte dei due paesi.

Schengen, Parlamento olandese per cautela su ingresso Romania e Bulgaria
Schengen, Parlamento olandese per cautela su ingresso Romania e Bulgaria

, 21.10.2022, 10:57

Sono cinque i paesi membri dell’UE che in questo momento non fanno parte dell’Area Schengen: Bulgaria, Romania, Croazia, Cipro e Irlanda. A 15 anni dall’adesione all’Unione Europea e a 11 dal previsto ingresso nell’area di libera circolazione, la Romania aspettava a dicembre la luce verde per Schengen. L’ottimismo era in crescita, soprattutto perchè paesi quali Germania e Francia avevano superato i riserbi iniziali e avevano affermato il sostegno in tal senso. Ci vuole, però, unanimità. Invece, il Parlamento dei Paesi Bassi ha adottato ieri una risoluzione in cui invita il Governo presieduto da Mark Rutte a manifestare cautela per quanto riguarda l’ingresso di Romania e Bulgaria a Schengen e non fare alcun passo irreversibile sull’allargamento finchè non compirà ulteriori investigazioni sulla sorveglianza delle frontiere da parte dei due paesi.

In precedenza, il premier Rutte aveva ribadito davanti al Parlamento che non ci sono delle obiezioni di principio sull’adesione di Romania e Bulgaria all’Area Schengen, ma che sarebbe necessario un aggiornamento del monitoraggio nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica della Commissione Europea in materia di giustizia, e un’estensione della missione di valutazione su Schengen. I due paesi potranno entrare nello spazio di libera circolazione quando saranno preparati, ha detto Rutte.

In linea di massima, lo stesso messaggio è stato trasmesso dal premier olandese anche durante la sua recente visita in Romania, vista dai media e non solo come volta a por fine all’opposizione di lunga data dei Paesi Bassi all’ingresso della Romania a Schengen. Ma non è andata così e nemmeno il recente voto del Parlamento Europeo, favorevole ad ampia maggioranza all’adesione di Romania e Bulgaria all’area di libera circolazione, è stato in grado di rimuovere i riserbi delle autorità dell’Aia. Alcuni eurodeputati olandesi si sono astenuti o hanno votato contro, però il loro numero è stato inferiore rispetto a quello dei colleghi favorevoli. Nel Parlamento nazionale le cose sono, però, più complicate, e la dipendenza del fragile gabinetto presieduto da Rutte da partiti euroscettici, anti-migrazione, lo obbliga a prudenza.

Bucarest afferma che tecnicamente aveva da tempo il diritto di entrare a Schengen. Per di più, il modo in cui ha gestito la crisi dei profughi ucraini cacciati via dall’invasione russa avrebbe dimostrato che la Romania si comporta come membro de facto dello spazio di libera circolazione. Il premier Nicolae Ciucă ha spiegato che in materia di stato di diritto e giustizia, il Governo e la coalizione che lo appoggia ha fatto i compiti, in diretto coordinamento con la Commissione Europea, in primo luogo tramite l’adozione delle leggi sulla giustizia. Mentre per quanto riguarda gli aspetti connessi alla criminalità organizzata, le competenti istituzioni dello Stato sono bene consolidate e fanno il proprio lavoro, aggiunge il primo ministro. Tutti ammettono che l’unico ostacolo da superare sulla strada per Schengen è quello politico, e servono credibilità, sforzo diplomatico e capacità persuasiva. Non è tutto perduto, ma il tempo rimasto è breve.

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