Schengen: no tedesco e filandese a ingresso Romania
La prospettiva dell’ingresso di Romania a Schengen appare sempre più lontana. Insieme alla confinante Bulgaria, il Paese ha voluto entrare nello spazio di libera circolazione già dal suo ingresso nell’Ue nel 2007. Quattro anni più tardi, il Parlamento europeo votava il rapporto che confermava che i due Paesi riunivano i criteri tecnici per l’adesione.
Leyla Cheamil, 06.03.2013, 13:58
La prospettiva dell’ingresso di Romania a Schengen appare sempre più lontana. Insieme alla confinante Bulgaria, il Paese ha voluto entrare nello spazio di libera circolazione già dal suo ingresso nell’Ue nel 2007. Quattro anni più tardi, il Parlamento europeo votava il rapporto che confermava che i due Paesi riunivano i criteri tecnici per l’adesione.
Eppure, alcuni stati membri sono stati contrari, invocando gli scarsi progressi in materia di lotta alla corruzione e progressi nella riforma della giustizia. A pochi giorni dal Consiglio Giustizia e Affari Interni, che si terrà il 7 e l’8 marzo a Bruxelles, la Germania ha confermato l’opposizione all’ingresso della Romania a Schengen.
Il ministro dell’Interno tedesco, Hans — Peter Friedrich, ha dichiarato che il suo Paese farà ricorso al diritto di veto se Bucarest e Sofia insisteranno per una data della loro adesione a Schengen. Il no tedesco all’ingresso di Romania e Bulgaria è condiviso anche dalla Finlandia, la quale invoca la corruzione nei due Paesi.
In seguito all’incontro con il capo dello stato Traian Basescu, e con i ministri degli Esteri, Titus Corlatean, e dell’Interno, Radu Stroe, il premier Victor Ponta ha dichiarato che la Romania non contempla più una scadenza per portare a termine il processo.
Non contempliamo più una scaenza, in quando, alla fine, si tratta di cose che non dipendono dalla Romania”, ha detto il premier.
Da parte sua, il capo della diplomazia Titus Corlatean ha combattuto, tramite argomenti tecnici, i timori che gli extracomunitari possano arrivare in Germania in base a un visto romeno ottenuto tramite tangenti.
I visti vengono già rilasciati da tanti anni dalle autorità romene competenti, in base a un sistema informatico ottimamente organizzato su criteri Schengen. Parliamo di accesso alle basi di dati nella maggior parte connesse non integralmente, non totalmente, alle basi Schengen. Si tratta di procedimenti molto chiari in cui non c’è posto per la corruzione. Attualmente, alla frontiera orientale, la Romania ha la più alta tecnologia che funziona nell’Ue”, ha spiegato il ministro.
La Romania ha investito circa un miliardo di euro, in gran parte fondi europei, per consolidare la sicurezza e modernizzare le frontiere e gli equipaggiamenti.