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Schengen: ingresso Romania, ripreso entro fine anno


A Bruxelles, i ministri dellInterno e della Giustizia hanno deciso che il tema dell’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen sia ripreso entro fine anno, per una soluzione a due tappe. Il voto sull’adesione dei due Paesi, inclusa inizialmente dalla Presidenza di turno irlandese dell’Ue sull’agenda del Consiglio Giustizia e Affari Interni del 7-8 marzo, è stata rinviata in seguito all’opposizione ferma espressa dalla Germania nei giorni scorsi. Il ministro dellInterno tedesco, Hans-Peter Friedrich, ha sostenuto che Bucarest e Sofia devono fare ancora dei progressi nella lotta alla corruzione. Allo stesso tempo, afferma Friedrich, ci sono misure che non sono applicate correttamente dai due Paesi o sono applicate in modo deficitario.



La Germania non è l’unica ad opporsi all’adesione di Romania e Bulgaria a Schengen. Anche l’Olanda vi si dichiara da parecchio tempo contraria. Ricordando di aver adempiuto all’acquis Schengen — fatto riconosciuto, peraltro, dallo scorso anno da tutti i Paesi membri — Bucarest ha deciso di non sollecitare più all’attuale Consiglio Giustizia ed Affari Interni un voto per l’ingresso a Schengen, in assenza di un consenso politico a livello europeo. Per il successivo periodo, la Romania si è proposta di modificare la strategia, cominciando assieme alla Bulgaria un’offensiva — com’è stata definita dal ministro dellInterno romeno Radu Stroe — nell’ambito della quale avrà consultazioni dirette con tutti gli Stati membri Schengen. Soprattutto con quelli che esprimono ancora dei riserbi — Germania, Olanda e Finlandia — e che condizionano l’ingresso al prossimo rapporto della Commissione Europea sulla giustizia romena, che verrà reso pubblico a dicembre.



Per quanto riguarda la Germania, il ministro Stroe ha precisato che Bucarest proporrà l’invio di ufficiali romeni, ma anche altre misure tecniche di cooperazione, nel contesto in cui le autorità tedesche hanno accennato anche alla questione degli immigrati romeni in Germania, di cui alcuni non lavorano, beneficiano di sussidi sociali e, secondo le autorità di Berlino, diventano un fardello per il sistema sociale. Nessuno può sapere cosa succederà fino alla fine dell’anno, ha dichiarato, dal canto suo, il ministro della Giustizia, dell’Uguaglianza e della Difesa irlandese Alan Shatter, il quale ha affermato, però, che preferisce vedere la metà piena del bicchiere. Senza avanzare una data precisa, Shatter ha affermato che non può predire il futuro, ma – ha sottolineato – “posso dire che sarà un impegno continuato. È possibile che ci siano alcune evoluzioni, ma c’è un gran numero di stati membri che, per motivi politici, hanno avuto delle difficoltà in questo momento con l’adesione di Romania e Bulgaria a Schengen. Sono ottimista che saranno compiuti progressi in autunno, ma non posso predirlo con accuratezza”, ha detto Schatter. Il ministro ha aggiunto che l’argomento sarà sicuramente affrontato dalla prossima presidenza di turno dell’Ue, che passerà alla Lituania.

Schengen: ingresso Romania, ripreso entro fine anno
Schengen: ingresso Romania, ripreso entro fine anno

, 08.03.2013, 14:41


A Bruxelles, i ministri dellInterno e della Giustizia hanno deciso che il tema dell’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen sia ripreso entro fine anno, per una soluzione a due tappe. Il voto sull’adesione dei due Paesi, inclusa inizialmente dalla Presidenza di turno irlandese dell’Ue sull’agenda del Consiglio Giustizia e Affari Interni del 7-8 marzo, è stata rinviata in seguito all’opposizione ferma espressa dalla Germania nei giorni scorsi. Il ministro dellInterno tedesco, Hans-Peter Friedrich, ha sostenuto che Bucarest e Sofia devono fare ancora dei progressi nella lotta alla corruzione. Allo stesso tempo, afferma Friedrich, ci sono misure che non sono applicate correttamente dai due Paesi o sono applicate in modo deficitario.



La Germania non è l’unica ad opporsi all’adesione di Romania e Bulgaria a Schengen. Anche l’Olanda vi si dichiara da parecchio tempo contraria. Ricordando di aver adempiuto all’acquis Schengen — fatto riconosciuto, peraltro, dallo scorso anno da tutti i Paesi membri — Bucarest ha deciso di non sollecitare più all’attuale Consiglio Giustizia ed Affari Interni un voto per l’ingresso a Schengen, in assenza di un consenso politico a livello europeo. Per il successivo periodo, la Romania si è proposta di modificare la strategia, cominciando assieme alla Bulgaria un’offensiva — com’è stata definita dal ministro dellInterno romeno Radu Stroe — nell’ambito della quale avrà consultazioni dirette con tutti gli Stati membri Schengen. Soprattutto con quelli che esprimono ancora dei riserbi — Germania, Olanda e Finlandia — e che condizionano l’ingresso al prossimo rapporto della Commissione Europea sulla giustizia romena, che verrà reso pubblico a dicembre.



Per quanto riguarda la Germania, il ministro Stroe ha precisato che Bucarest proporrà l’invio di ufficiali romeni, ma anche altre misure tecniche di cooperazione, nel contesto in cui le autorità tedesche hanno accennato anche alla questione degli immigrati romeni in Germania, di cui alcuni non lavorano, beneficiano di sussidi sociali e, secondo le autorità di Berlino, diventano un fardello per il sistema sociale. Nessuno può sapere cosa succederà fino alla fine dell’anno, ha dichiarato, dal canto suo, il ministro della Giustizia, dell’Uguaglianza e della Difesa irlandese Alan Shatter, il quale ha affermato, però, che preferisce vedere la metà piena del bicchiere. Senza avanzare una data precisa, Shatter ha affermato che non può predire il futuro, ma – ha sottolineato – “posso dire che sarà un impegno continuato. È possibile che ci siano alcune evoluzioni, ma c’è un gran numero di stati membri che, per motivi politici, hanno avuto delle difficoltà in questo momento con l’adesione di Romania e Bulgaria a Schengen. Sono ottimista che saranno compiuti progressi in autunno, ma non posso predirlo con accuratezza”, ha detto Schatter. Il ministro ha aggiunto che l’argomento sarà sicuramente affrontato dalla prossima presidenza di turno dell’Ue, che passerà alla Lituania.

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