Schengen: Austria blocca ingresso Romania
La Croazia entrerà nellarea Schengen, di libera circolazione, dal 1 gennaio 2023. Lo ha annunciato, ieri, la Presidenza ceca del Consiglio dellUnione Europea. I ministri dellInterno degli Stati membri, riuniti a Bruxelles, nel Consiglio Giustizia e Affari Interni, hanno approvato lingresso dellex repubblica jugoslava, entrata nellUnione nel 2013, anche in Schengen, dove circa 400 milioni di persone possono viaggiare liberamente, senza controlli alle frontiere interne. Bocciate invece le candidature di Romania e Bulgaria, membri dellUnione dal 2007. LAustria si è detta contraria, mentre i Paesi Bassi hanno utilizzato il loro diritto di veto solo per la Bulgaria.
Bogdan Matei, 09.12.2022, 13:56
La Croazia entrerà nellarea Schengen, di libera circolazione, dal 1 gennaio 2023. Lo ha annunciato, ieri, la Presidenza ceca del Consiglio dellUnione Europea. I ministri dellInterno degli Stati membri, riuniti a Bruxelles, nel Consiglio Giustizia e Affari Interni, hanno approvato lingresso dellex repubblica jugoslava, entrata nellUnione nel 2013, anche in Schengen, dove circa 400 milioni di persone possono viaggiare liberamente, senza controlli alle frontiere interne. Bocciate invece le candidature di Romania e Bulgaria, membri dellUnione dal 2007. LAustria si è detta contraria, mentre i Paesi Bassi hanno utilizzato il loro diritto di veto solo per la Bulgaria.
“Latteggiamento deplorevole e ingiustificato dellAustria durante lincontro di oggi rischia di intaccare lunità e la coesione europea, di cui abbiamo tanto bisogno, soprattutto nellattuale contesto geopolitico” – ha affermato il presidente della Romania, Klaus Iohannis. Presente al Consiglio, il ministro dellInterno nel Governo PSD-PNL-UDMR di Bucarest, il liberale Lucian Bode, ritiene che “il voto contro ladesione della Romania a Schengen sia un voto contro lUE nel suo insieme”, di cui godranno i russi – accenando alle relazioni insolitamente cordiali del cancelliere austriaco, Karl Nehammer, con il leader del Cremlino, Vladimir Putin.
Lunità e la stabilità europee hanno ricevuto un duro colpo da uno stato che ha scelto di abbandonare i suoi compagni europei in tempi difficili e servire, invece, gli interessi della Russia – ritiene il leader socialdemocratico Marcel Ciolacu. Ciolacu ritiene, inoltre, che il no allingresso della Romania in Schengen sia anche un fallimento della destra europea, perché il partito conservatore che governa a Vienna è partner del PNL e dellUDMR nel Partito Popolare europeo. Dallopposizione, il leader dellUSR, Cătălin Drula, ritiene che la decisione del Consiglio Giustizia e Affari Interni sia profondamente ingiusta e che il ministro Bode debba dimettersi. Il presidente dellAUR (opposizione nazionalista), George Simion, chiede le dimissioni dellintero Gabinetto Ciucă e ritiene che la decisione di Bruxelles sia un clamoroso fallimento per lintera diplomazia romena.
Non è solo la Romania a provare costernazione, amarezza e frustrazione. Esercitando, da sola, il diritto di veto, lAustria ha offeso, di fatto, anche il resto dei partner comunitari. Tutti gli altri stati membri dellUnione Europea hanno sostenuto, allunanimità, la candidatura della Romania. A favore della Romania hanno votato, con una netta maggioranza, anche gli eurodeputati della maggior parte delle famiglie ideologiche. La Commissione Europea non si è stancata di ripetere che la Romania soddisfa tutti i criteri tecnici per ladesione a Schengen.
Più di tutte queste argomentazioni razionali, affermano gli analisti, in Austria avrebbero contato i meschini calcoli elettorali, prima delle elezioni regionali parziali previste per gennaio. Uno dei temi della campagna elettorale di Nehammer, il cui partito è in calo nei sondaggi, è stato porre un freno al cosiddetto flusso di migranti clandestini, che passerebbe per Romania e Bulgaria, fatto categoricamente smentito dalle statistiche comunitarie.