Scandalo politico a Bucarest
“Una situazione impossibile per la Romania”. Così ha definito il presidente Klaus Iohannis lannuncio della DNA che il primo ministro Victor Ponta, presidente del PSD, è accusato di reati penali. “Sollecito le dimissioni del premier”, ha detto in una breve dichiarazione pubblica il capo dello stato venerdì pomeriggio, dopo un breve incontro con il capo del governo.
Bogdan Matei, 05.06.2015, 15:15
“Una situazione impossibile per la Romania”. Così ha definito il presidente Klaus Iohannis lannuncio della DNA che il primo ministro Victor Ponta, presidente del PSD, è accusato di reati penali. “Sollecito le dimissioni del premier”, ha detto in una breve dichiarazione pubblica il capo dello stato venerdì pomeriggio, dopo un breve incontro con il capo del governo.
Affinchè la situazione diventi veramente impossibile, questi ha dichiarato in un post su Facebook che è stato nominato in carica dal Parlamento e che solo il Parlamento lo può dimettere. “Credo che il rispetto dei principi costituzionali sia essenziale per la nostra società e di nessuna maniera posso accettare che un procuratore DNA stia al di sopra del Parlamento, del Governo e dei cittadini di questo Paese!”
Così ha risposto il premier dopo che i procuratori anticorruzione hanno annunciato linchiesta penale nei suoi confronti per reati di corruzione. Ponta, ai tempi dei fatti avvocato, avrebbe commesso falsità in documenti sotto firma privata, complicità in evasione fiscale e riciclaggio di denaro, in un fascicolo di corruzione legato alle compagnie energetiche di Turceni e Rovinari (sud-ovest), sulla firma di contratti di assistenza giuridica.
Nella stessa causa, i procuratori hanno constatato che si impone la continuazione dellinchiesta penale nei confronti di Victor Ponta anche per tre reati di conflitto dinteresse, tra cui una in forma continuata, fatti connessi alla sua carica di primo ministro.
Tutti i reati sarebbero legati ad un altro personaggio politico che questa settimana ha tenuto la prima pagina dei giornali di Bucarest, il senatore PSD Dan Sova. Martedì, i colleghi di partito del Senato hanno fatto muro attorno a lui, respingendo per la seconda volta in tre mesi, la sollecitazione della DNA sullarresto di Sova per complicità in abuso dufficio, sempre nel dossier Turceni-Rovinari.
Egli avrebbe incassato centinaia di migliaia di euro nel conto degli acquisti dei due complessi energetici, che avrebbero arrecato allo stato romeno pregiudizi dellequivalente di oltre 16 milioni di euro. Parte dei soldi, afferma la stampa da settimane intere, sarebbe arrivata a Ponta stesso, e lulteriore nomina di Sova nella carica effimeramente ricoperta di ministro dei Trasporti sarebbe stata una forma di gratifica da parte del premier. Essi stessi sconcertati dal rifiuto di Ponta di andarsene, gli analisti non si affrettano a fare previsioni.
Accanto ai partner junior di UNPR, PC e PLR, il PSD ha una maggioranza confortevole nel Parlamento, e alla mozione di sfiducia inoltrata sempre venerdì dallopposizione liberale non vengono date chances di successo. La soluzione della situazione impossibile dipende, dicono ancora i commentatori, esclusivamente dai socialdemocratici e dalla loro disponibilità di salvare limmagine, già gravemente maculata da numerosi scandali di corruzione, persino col prezzo di sacrificare un leader che tre anni fa li portava al governo.