Scandalo al vertice: il presidente respinge idea dimissioni
Nei 10 anni di mandato presidenziale, che ormai si avvicina alla fine, il capo dello stato romeno, Traian Basescu, si è ritrovato, spesso, in situazioni delicate. Tra cui due sospensioni dall’incarico, la seconda seguita da un referendum per la sua destituzione con un’altissima percentuale di romeni che hanno detto si’, non valido però per l’insufficiente affluenza alle urne. Cosa c’è di diverso adesso è che il colpo, estremamente duro, non è arrivato dai suoi avversari tradizionali, ma dal proprio fratello, Mircea Basescu, fermato e indagato per traffico d’influenza. I procuratori anticorruzione accusano Mircea Basescu di aver preso 250 mila euro in cambio della promessa di intervenire presso i magistrati per una sentenza favorevole nel fascicolo di un noto malavitoso accusato di tentato omicidio.
Ştefan Stoica, 24.06.2014, 15:05
Nei 10 anni di mandato presidenziale, che ormai si avvicina alla fine, il capo dello stato romeno, Traian Basescu, si è ritrovato, spesso, in situazioni delicate. Tra cui due sospensioni dall’incarico, la seconda seguita da un referendum per la sua destituzione con un’altissima percentuale di romeni che hanno detto si’, non valido però per l’insufficiente affluenza alle urne. Cosa c’è di diverso adesso è che il colpo, estremamente duro, non è arrivato dai suoi avversari tradizionali, ma dal proprio fratello, Mircea Basescu, fermato e indagato per traffico d’influenza. I procuratori anticorruzione accusano Mircea Basescu di aver preso 250 mila euro in cambio della promessa di intervenire presso i magistrati per una sentenza favorevole nel fascicolo di un noto malavitoso accusato di tentato omicidio.
Il presidente ha negato categoricamente di essere intervenuto in alcun modo in questo processo, e lo dimostra il fatto che il malavitoso sta scontando molti anni di pena. Basescu ha smentito fermamente anche l’idea che deve pagare per gli atti commessi da un’altra persona, anche se si tratta del proprio fratello. La reazione è arrivata dopo che il presidente del Senato ha annunciato di proporre al Parlamento l’adozione di una dichiarazione in cui vengano chieste le dimissioni del capo dello stato.
Traian Basescu sembra deciso di portare a termine il suo mandato e, stando alle proprie affermazioni, la missione di consolidare la giustizia. L’alternativa, ammonisce il presidente, sarebbe che Dan Voiculescu, l’uomo d’affari con cui si trova in conflitto da tempo, implicato in alcuni fascicoli, metta al timone del Paese un presidente-marionetta, che nomini i procuratori e i giudici che vuole. Aggredito, ma non sconfitto, Basescu passa al contrattacco mettendo in dubbio la credibilità e la legittimità morale di giudicarlo di una serie di eletti che hanno rifiutato tante volte la richiesta della Direzione Nazionale Anticorruzione di indagare su una serie di parlamentari.
D’altra parte, il presidente ha dichiarato che non ha ricevuto alcuna informazione dall’Intelligence romena sui legami tra suo fratello e il rispettivo malavitoso. Una dichiarazione sorprendente, in quanto lascia spazio a speculazioni sulle relazioni, una volta eccellenti, tra l’Intelligence e il presidente ormai a fine mandato. A meno di metà anno prima delle presidenziali, lo scandalo provocato dall’arresto di suo fratello indebolisce la posizione del presidente, minacciando, allo stesso tempo, di escluderlo dai negoziati in corso per l’unificazione della Destra e l’individuazione di una soluzione per controbilanciare il potere della Sinistra.
(traduzione di Adina Vasile)