Sanzioni nei partiti dell’opposizione
Il PSD ha perso il potere ed è entrato indebolito nel periodo che precede le elezioni presidenziali. Il fatto che ci siano stati parlamentari socialdemocratici che hanno contribuito, con il loro voto, alla rimozione del proprio governo e all’insediamento del nuovo governo liberale, anche se si sono esposti al rischio dell’esclusione, parla da sé della situazione esistente nel partito. Le epurazioni che seguiranno non sono per niente in grado di tranquillizzare la situazione e un eventuale fallimento alle presidenziali acutizzerebbe i problemi. Ma il PSD ha attraversato anche altri momenti di tumulto, di cui alcuni hanno determinato persino scissioni e tuttavia il partito ha resistito.
Ştefan Stoica, 06.11.2019, 13:17
Difficile è anche la situazione in cui si trova il nuovo partito di centro-sinistra, Pro Romania, fondato da ex membri del PSD che hanno lasciato il partito a causa del modo discrezionale di dirigere dell’ex leader Liviu Dragnea, incarcerato a maggio per corruzione. Il partito dell’ex premier Victor Ponta ha votato la mozione di sfiducia contro il governo di Viorica Dăncilă, però successivamente ha deciso di non dare la fiducia al governo liberale, per motivi ideologici. Tuttavia, alcuni parlamentari di Pro Romania, tra cui gli ex ministri Daniel Constantin e Sorin Câmpeanu, hanno sostenuto il nuovo governo affermando che il Paese ha bisogno di essere governato, fatto che ha attirato aspre sanzioni nei loro confronti.
Pro Romania ha deciso che i deputati che hanno votato a favore dell’investitura del Governo Orban siano rimossi dalle cariche di coordinatori provinciali e che sia ritirato il loro sostegno politico per tutti gli incarichi ricoperti nel Parlamento. L’integrità morale è uno dei valori che tutti i membri di Pro Romania devono avere e la decisione di punire i sette deputati è una conseguenza naturale della perdita della fiducia di cui godevano — è stata la motivazione della direzione. Daniel Constantin ha reagito ed ha annunciato la sua dimissione dal partito. L’ex premier Mihai Tudose, attualmente eurodeputato, ha rimproverato Ponta di aver punito i reati d’opinione, criticando il suo sbalzo autoritario che lo farebbe assomigliare a Liviu Dragnea. Tudose ha suggerito a Ponta di assumersi il fallimento dei negoziati avuti ultimamente e di rassegnare le dimissioni dalla carica di capo del partito.