Sanità: verso stipendi migliori per i medici romeni
“Medico romeno, in cerca di Paese!” A quanto pare, negli ultimi anni, è questa la parola d’ordine di un numero in crescita di medici romeni che vanno all’estero alla ricerca di stipendi e condizioni di lavoro migliori.
Roxana Vasile, 15.04.2013, 14:37
“Medico romeno, in cerca di Paese!” A quanto pare, negli ultimi anni, è questa la parola d’ordine di un numero in crescita di medici romeni che vanno all’estero alla ricerca di stipendi e condizioni di lavoro migliori.
In cinque anni, il sistema di insegnamento ha fornito 7.000 medici, mentre il numero di quanti sono andati all’estero è salito ai 10.000, come spiegava, lo scorso anno, il presidente del Collegio dei medici di Romania, Vasile Astarastoae.
Il ministro della Salute romeno, Eugen Nicolaescu, ritiene che una futura legge, alla quale si sta lavorando e in base alla quale i medici saranno pagati a seconda delle performance e della competitività, farà sicchè l’Occidente non sia più la Terra Promessa per loro.
I medici avranno anche l’opzione di lavorare part-time nel sistema pubblico e part-time in quello privato, ma non potranno più attirare i pazienti da un ospedale all’altro.
“Il nostro disegno di legge, in una fase molto avanzata, prevede la garanzia del lavoro full time nell’ospedale pubblico, con le sette ore al giorno previste dal Codice del lavoro. Il medico riceve, diciamo, un salario di 3.000 lei, però, se vuole essere esclusivamente dipendente dell’ospedale, potrà fare degli straordinari in reparti privati della struttura pubblica. Così completa i redditi, quindi una seconda opzione. Se un medico vuole lavorare part-time in un ospedale pubblico e l’altra metà in un altro posto, siamo pienamente d’accordo, a condizione che non perda i pazienti. Infine, la terza possibilità: alcuni grandi chirurghi, molto noti potrebbero dire di non lavorare da nessuna parte, ma solo fare degli interventi — magari dieci a Iasi, cinque a Targu Mures e dieci a Bucarest, per cui vogliono negoziare le tariffe. Se il rispettivo ospedale ha simili casi e può reggerli, allora il circuito si chiude qui”, ha spiegato il ministro.
Con la nuova legge sulla sanità, che potrebbe essere applicata a partire dal 1 gennaio 2014, lo stipendio di base di un primario nel sistema pubblico potrebbe salire dal livello attuale di circa 400 euro, a oltre 1.000 euro. (trad. Iuliana Anghel)