Salute: tra ospedali COVID e vaccinazione
Uno degli argomenti controversi affrontati dalla società romena durante la pandemia riguarda laccesso ai servizi sanitari dei pazienti affetti da malattie diverse dal COVID-19. Tale accesso è stato limitato, in una certa misura, a causa della trasformazione di alcuni ospedali in centri per la cura esclusiva dei malati infettati dal coronavirus, ma anche a causa delle difficoltà apparse nelle altre strutture sanitarie in seguito allapplicazione dei protocolli anti-covid. La situazione si è sovrapposta a un sistema sanitario abbastanza fragile, come è quello romeno.
Eugen Coroianu, 10.02.2021, 13:02
Nellultimo anno, gli ospedali COVID hanno curato esclusivamente malati di coronavirus ed è arrivato il momento di cambiare questo concetto, ha dichiarato ieri il deputato socialdemocratico Alexandru Rafila, nel corso di un incontro tra più parlamentari del partito suo partito (all’opposizione) con rappresentanti delle principali organizzazioni dei pazienti e dei sindacati del settore sanitario.
Il medico Alexandru Rafila ha aggiunto che tutti i presenti hanno concordato che serve un patto nazionale per la salute, sostenuto da tutte le forze politiche e dalla società civile. Ovviamente, le organizzazioni dei pazienti auspicano un accesso più facile e sicuro a servizi sanitari e ai farmaci. Probabilmente anche per la Romania è giunto il momento per cambiare questo concetto, come accade anche in altri Paesi dellUE, in cui gli ospedali generali curano, applicando circuiti separati, sia i malati di COVID, che altre categorie di pazienti, appunto per facilitare laccesso ai servizi sanitari. Secondo me, sarebbe ideale sviluppare un Patto Nazionale per la Salute, che potrebbe essere un buon esempio anche per altri settori di attività, ha dichiarato Alexandru Rafila. Un rappresentante dei pazienti ha sottolineato all’incontro che, durante la pandemia, i malati cronici sono stati trascurati dal sistema sanitario pubblico e che tale situazione va rimediata.
Daltra parte, il presidente del Comitato Nazionale di Coordinamento delle Attività di Vaccinazione contro il SARS-CoV-2, il medico militare Valeriu Gheorghiţă, ha stimato che la terza fase dimmunizzazione, destinata alla popolazione generale, inizierà ad aprile se il calendario delle consegne di dosi resta quello stimato inizialmente. Valeriu Gheorghiţă ha spiegato che per le autorità è importante che nel prossimo periodo sia osservato il principio secondo cui il 75% dei posti disponibili per la vaccinazione sia riservato alla popolazione vulnerabile – malati cronici e anziani – e il 25% a coloro che lavorano in settori strategici. Valeriu Gheorghiţă ha inoltre precisato che per limmunizzazione della popolazione saranno disponibili 750 centri e 1.760 gabinetti medici, il che consentirà una capacità massima di 100.000 persone vaccinate giornalmente.