Russia – Moldova: Rogozin a Chisinau, spero non gelerete
Le ambizioni filoeuropee della Moldova continuano a infastidire la Russia, che sembra aver lasciato in disparte le usanze diplomatiche per una retorica piuttosto incisiva.
Florentin Căpitănescu, 03.09.2013, 13:02
Le ambizioni filoeuropee della Moldova continuano a infastidire la Russia, che sembra aver lasciato in disparte le usanze diplomatiche per una retorica piuttosto incisiva.
E’ quanto emerge dalle dichiarazioni fatte dal vicepremier russo Dmitri Rogozin a Chisinau, durante quello che avrebbe dovuto essere una visita di routine, dedicata alle relazioni economiche bilaterali.
“Spero che non gelerete!”, ha affermato Rogozin pubblicamente e senza riserbi, nelle condizioni in cui la Moldova è dipendente energeticamente dalla Russia, pari ad altri stati dello spazio ex sovietico, come l’Ucraina, ma anche dell’UE.
Coincidenza o meno, le dichiarazioni di Rogozin fanno seguito alla recente inaugurazione di un gasdotto che collegherà la Moldova alla confinante Romania, volto a ridurre la dipendenza energetica dell’ex repubblica sovietica dalla Russia.
Inoltre, Rogozin ha detto che “l’interruzione di relazioni storiche con il vicino dell’est lederà l’intero mercato dei prodotti e della manodopera moldava”. Un eventuale calo delle esportazioni verso la Russia, paralellamente al blocco o alla limitazione dell’accesso dei suoi cittadini sul mercato del lavoro del “vicino dell’est” sarebbe un duro colpo all’anemica economia della Moldova, già ritenuta il più povero stato europeo.
La Russia domina in maniera assoluta la classifica degli importatori dalla Moldova e assicura circa 500.000 posti di lavoro ai cittadini moldavi. Ma le dichiarazioni di Rogozin non si sono fermate a questo punto.
“Nelle sue svolte europee, ripide e serie, la parte moldava non dovrebbe staccare alcune carozze dalla locomotiva”, ha detto ancora Rogozin, accennando alla Transinistria, regione separatista filorussa all’est della Moldova.
D’altronde, la Transnistria si trova sotto l’ala protettrice di Mosca già dal 1992, quando le cosiddette autorità di Tiraspoli hanno dichiarato l’indipendenza della regione, peraltro non riconosciuta da nessuna cancelleria occidentale.
Anche se, dopo anni di gelo diplomatico, sono stati ripresi i negoziati in formato internazionale, il percorso è molto difficile e le pretese di Tiraspoli continuano ad essere inaccettabili per Chisinau.