Roșia Montana – vittoria per la Romania
La Romania ha vinto la causa nel fascicolo dell'oro di Roşia Montană e non pagherà alcun compenso alla compagnia canadese Gabriel Resources.
Corina Cristea, 11.03.2024, 17:43
Al termine di un processo durato nove anni, la Romania ha vinto nel dossier Roşia Montană davanti alla Centro Internazionale per il regolamento delle controversie relative agli investimenti (ICSID) di Washington contro la società canadese Gabriel Resources. A seguito della decisione, la Romania non dovrà pagare miliardi di euro di risarcimento, e i querelanti sono obbligati a rimborsare i costi delle procedure arbitrali e una parte delle spese processuali, per un totale circa 2,4 milioni di euro.
La complicata storia di Roşia Montană, situata nel centro del Paese, è iniziata 25 anni fa, quando la società canadese ha vinto l’appalto per la lavorazione dei giacimenti della zona, ottenendo la licenza per lo sfruttamento minerario. Un progetto enorme, gli studi dimostrando che le riserve accertate del giacimento di Roşia Montană ammontano a 323 tonnellate di oro e oltre 1.600 tonnellate di argento, le più grandi d’Europa.
Dopo più di 10 anni da quel momento, nel 2013, il Governo ha dato il via libera con un disegno di legge all’inizio dei lavori a Roşia Montană, ma sotto la pressione delle proteste contro il possibile utilizzo di cianuri nella procedura di sfruttamento, il Parlamento ha bocciato il progetto. Quattro anni dopo, la Romania ha presentato la pratica per la registrazione del paesaggio culturale minerario della zona nel patrimonio dell’UNESCO, e la procedura si è conclusa nel 2021, riconoscendo così l’eccezionale valore universale del sito di Roșia Montană, comprovato da quattro dei sei criteri culturali stabiliti dalla Convenzione sul Patrimonio Mondiale.
Ci sono più di 150 chilometri di gallerie nel sottosuolo di Roşia Montana, nelle profondità dei quattro massicci montuosi. Qui è stato documentato il più esteso sistema di sfruttamento minerario aurifero di epoca romana fino ad oggi conosciuto (7 chilometri), ma anche un ampio sistema di sfruttamento minerario di epoca moderna (XVII-XVIII secolo) a polvere da sparo (10 chilometri), completato da quelli a dinamite (53 chilometri) di epoca contemporanea (secoli XIX-XX).
L’inserimento nel patrimonio UNESCO equivale alla chiusura definitiva dei cancelli a qualsiasi operazione mineraria nell’area. Invocando enormi perdite dovute all’impossibilità di attuare la sua licenza di sfruttamento, la società canadese Gabriel Resources, ha citato la Romania davanti al Tribunale arbitrale della Banca Mondiale e ha preteso un risarcimento di circa 6,7 miliardi di dollari.
“Dopo molti anni di contestazioni e dibattiti, sia politici che giuridici, oggi siamo al momento della verità: la Romania vince la causa per Roşia Montană, senza penalità o risarcimenti, lottando e riuscendo a proteggere il patrimonio nazionale”, ha scritto il presidente Klaus Iohannis su una rete sociale, congratulandosi con le squadre di specialisti impegnati professionalmente nel sostenere la causa della Romania.