Romania tra le elezioni
Dopo un sorprendente primo turno delle elezioni presidenziali, segnato dall'inaspettata ascesa di un candidato indipendente, emergono preoccupazioni sul futuro della Romania.
Daniela Budu, 27.11.2024, 12:47
Il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali, che ha segnato una rottura storica con i partiti tradizionali, ha avuto effetti significativi sui mercati finanziari, scuotendo la borsa e aumentando i costi dei prestiti della Romania. Secondo gli analisti, ora gli investitori la percepiscono come un paese più a rischio, in un contesto in cui il candidato che ha ottenuto il primo posto in questo turno ha visioni economiche e politiche considerate lontane dai valori europei.
Tra le misure proposte dal candidato Călin Georgescu figurano una flat tax del 10%, l’incentivazione all’accumulo di ricchezza, la tassazione delle grandi imprese con il 2% del fatturato, nonchè il riorientamento dei fondi europei verso i piccoli proprietari e l’incoraggiamento dell’associazione libera dei proprietari agricoli in cooperative.
Gli economisti sostengono che il suo piano economico non è realistico e ritengono che la separazione della Romania dal mercato europeo sarebbe un disastro per le imprese locali. Essi richiamano l’attenzione sul pericolo imminente in cui si trova la Romania alla luce dei risultati del primo turno. C’è il rischio che il paese entri in una crisi dalla quale non potrà uscire, ammoniscono gli economisti. Dopo l’annuncio dei risultati del primo turno, la Borsa Valori di Bucarest è scesa di quasi due punti, il costo dei prestiti è aumentato, e gli analisti ritengono che un episodio di euroscetticismo può portare alla perdita dei fondi comunitari e ad una crisi finanziaria.
Il contesto elettorale in Romania ha suscitato reazioni di insoddisfazione sia nel Parlamento Europeo che nella Commissione. Gli eventi hanno attirato anche l’attenzione dei media internazionali, con pubblicazioni come il Financial Times e Bloomberg che scrivono degli effetti politici ed economici dei risultati del primo turno.
Bloomberg, ad esempio, nota che chiunque assumerà il potere a Bucarest dovrà affrontare la sfida di risanare le finanze della Romania, dopo che la pandemia, l’inflazione galoppante, la guerra in Ucraina e la spesa pubblica hanno messo il Paese in una situazione difficile. Gli analisti della pubblicazione ritengono che i rapidi incrementi del salario minimo, promossi da tutti i governi di Bucarest nell’ultimo decennio, abbiano avuto solo un impatto limitato, perché le aziende sono state colpite dall’aumento del costo del lavoro e dalla diminuzione del bacino di lavoratori qualificati.
Financial Times ha scritto, subito dopo la presentazione dei risultati, che “un politico filo-russo e di estrema destra ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, scuotendo l’establishment politico del Paese”.
In seguito alle “preoccupazioni esterne” emerse dopo il primo turno delle presidenziali, a Bucarest il Ministero degli Affari Esteri comunica che la Romania è “fermamente” impegnata a sostenere i valori democratici, i diritti umani, compresa l’uguaglianza di genere, la lotta all’antisemitismo, alla xenofobia e ad ogni forma di discriminazione. Il MAE rileva inoltre che “l’insieme delle azioni di politica estera della Romania è inseparabile dall’appartenenza della Romania allo spazio di libertà e di diritti garantiti dallo status di Paese membro dell’Unione Europea e di alleato della NATO”.