Romania, possibile rinvio dell’ingresso a Schengen
L’abolizione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica in materia di giustizia per la Romania, proposta dalla Commissione Europea, ha alimentato le speranze delle autorità di Bucarest che il dossier dell’adesione a Schengen troverà finalmente la soluzione dopo 11 anni di attesa. Gli esperti della Commissione si sono dichiarati convinti che la Romania rispetta tutte le norme europee in materia di sicurezza delle frontiere, e la squadra arrivata nei giorni scorsi in missione di verifica ha concluso che il paese continua ad adempiere a tutti i requisiti necessari per l’applicazione integrale della legislazione Schengen. I riserbi dei Paesi Bassi e, più recentemente, dell’Austria, sull’accettazione della Romania nello spazio di libera circolazione, mettono, però, in forse l’unanimità necessaria al voto in tal senso, in programma l’8 dicembre.
Ştefan Stoica, 24.11.2022, 11:10
L’abolizione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica in materia di giustizia per la Romania, proposta dalla Commissione Europea, ha alimentato le speranze delle autorità di Bucarest che il dossier dell’adesione a Schengen troverà finalmente la soluzione dopo 11 anni di attesa. Gli esperti della Commissione si sono dichiarati convinti che la Romania rispetta tutte le norme europee in materia di sicurezza delle frontiere, e la squadra arrivata nei giorni scorsi in missione di verifica ha concluso che il paese continua ad adempiere a tutti i requisiti necessari per l’applicazione integrale della legislazione Schengen. I riserbi dei Paesi Bassi e, più recentemente, dell’Austria, sull’accettazione della Romania nello spazio di libera circolazione, mettono, però, in forse l’unanimità necessaria al voto in tal senso, in programma l’8 dicembre.
E’ il motivo per cui il presidente Klaus Iohannis non ha escluso un possibile rinvio della decisione di uno o due mesi. Abbiamo buone chances di entrare a Schengen e non è utile per assolutamente nessuno forzare un voto che forse non è quello atteso, ha detto Iohannis. D’altra parte, il capo dello stato ha tenuto a dissipare i timori di Vienna sui migranti illegali che passano le frontiere della Romania, in ugual misura confini dell’Unione. Attraverso la Romania, non è esistito, non esiste e non esisterà un flusso migratorio incontrollato. Non è attraverso la Romania e dalla Romania che arrivano questi migranti. La rotta balcanica è problematica, lo sappiamo, e noi, in Romania, abbiamo preso tutte le misure, ha dichiarato Klaus Iohannis.
Il cancelliere austriaco Karl Nehammer aveva affermato martedì che in Austria esistono 100.000 persone che hanno attraversato illegalmente la frontiera, di cui 75.000 hanno transitato paesi quali Romania, Bulgaria e Ungheria, senza essere registrate dalle autorità di sicurezza nei rispettivi stati. E’ un rischio alla sicurezza e dobbiamo occuparcene, ha insistito il cancelliere austriaco. L’adesione di Romania a Schengen porterà qualcosa in più alla sicurezza europea e non un pericolo agli stati membri, ha assicurato il ministro dell’Interno, Lucian Bode, l’omologo austriaco, Gerhard Karner, con il quale ha discusso a Vienna il dossier Schengen e la gestione delle sfide migratorie.
Il ministro romeno ha presentato al collega austriaco dei dati sul modo in cui Bucarest assicura la protezione delle frontiere esterne, compresa la registrazione delle persone entrate illegalmente o richiedenti asilo. Stando al ministro Bode, solo circa il 2,7% del numero totale di migranti è arrivato nell’UE attraverso la Romania e questa percentuale indicherebbe che il paese non rientra nella rotta migratoria dei Balcani Occidentali. Lucian Bode ha spiegato di aver ricevuto assicurazioni a Vienna che le più recenti dichiarazioni sull’argomento Schengen non sono indirizzate contro la Romania, ma sottolineano la necessità di un’azione urgente nella gestione delle sfide migratorie che ledono l’Austria.