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Romania-Fmi: rinviata a novembre terza valutazione

Dopo una visita di 10 giorni a Bucarest, in cui ha svolto colloqui con i più alti dignitari dello stato ed esponenti del mondo d’affari, la delegazione dei finanziatori internazionali, il FMI, la Commissione Europea e la Banca Mondiale, ha annunciato che la terza valutazione dell’attuale accordo di tipo preventivo, con la Romania, per un valore di 4 miliardi di euro, è stata rinviata a novembre. Lo ha confermato anche il premier Victor Ponta, il quale ha spiegato le conseguenze del rinvio.

Romania-Fmi: rinviata a novembre terza valutazione
Romania-Fmi: rinviata a novembre terza valutazione

, 13.06.2014, 15:18

Dopo una visita di 10 giorni a Bucarest, in cui ha svolto colloqui con i più alti dignitari dello stato ed esponenti del mondo d’affari, la delegazione dei finanziatori internazionali, il FMI, la Commissione Europea e la Banca Mondiale, ha annunciato che la terza valutazione dell’attuale accordo di tipo preventivo, con la Romania, per un valore di 4 miliardi di euro, è stata rinviata a novembre. Lo ha confermato anche il premier Victor Ponta, il quale ha spiegato le conseguenze del rinvio.



“L’accordo non viene interrotto, non viene sciolto, non viene denunciato. Abbiamo questo accordo e ciò significa che, se avremo bisogno — certo, non è il caso — di accedere ai crediti messi a disposizione della Romania, sicuramente continueremo ad avere accesso a quel top up del 10% come cofinanziamento per i fondi europei. Inoltre, le linee di credito aperte dalla Banca Mondiale per i programmi di salute ed educazione sono valide e funzionanti. E, da questo punto di vista, credo che la fiducia delle istituzioni finanziarie internazionali e dei mercati finanziari privati conquistata dalla Romania sia un bene che dobbiamo conservare”, ha detto Ponta.



I dissensi tra le parti sono nati intorno alle modalità di applicazione di ciò che gli analisti chiamano rilassamento fiscale, chiesto da tempo e insistentemente dall’intero mondo d’affari. La principale misura con cui l’Esecutivo romeno intende ridurre la pressione fiscale sugli imprenditori è il taglio del 5% dei contributi previdenziali. Auspicato, inizialmente, per il 1 luglio, il taglio — ha precisato Ponta — sarà applicato dal 1 ottobre, senza avere ancora il via libera dei finanziatori internazionali. Del resto, la riduzione dei contributi previdenziali, ritengono gli analisti, è stata il pomo della discordia nei negoziati con il Fmi, che, da parecchi anni, dopo che la crisi ha colpito l’economia romena, ha avuto una parola importante da dire nelle politiche finanziarie ed economiche promosse dai governi succedutisi a Bucarest. Il budget è sufficientemente generoso per il taglio dei contributi, ha detto Ponta, cosicchè le perdite subite nella raccolta delle tasse e imposte non saranno coperte da una tassazione supplementare.



“Non aumentiamo il deficit di bilancio, non aumentiamo le tasse e le imposte per coprire le perdite”, ha precisato il premier.



Mentre per il Governo il taglio dei contributi previdenziali ha un ruolo centrale nel pacchetto di rilassamento fiscale, l’Opposizione accusa ciò che definisce l’opportunismo elettorale del Governo di sinistra. Perchè, constata il presidente interinale del Partito Nazional-liberale, Klaus Iohannis, la misura sarà applicata proprio nel mese precedente le elezioni presidenziali, di novembre.


(traduzione di Adina Vasile)

Foto: PIX1861 / pixabay.com
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