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Romania-Fmi: nessun accordo dopo il 2015

L’agenzia di rating Standard&Poor’s ha migliorato, la scorsa settimana, di due gradini, il rating Paese della Romania, affiancandosi così alle altre due importanti agenzie che avevano migliorato i qualificativi di Bucarest. In seguito a questa decisione, un numero maggiore di investitori troveranno la Romania attraente, afferma il ministro con delega al Bilancio, Liviu Voinea, e i costi dei prestiti di Bucarest dal mercato esterno continueranno a calare. L’importanza del miglioramento del rating Paese è tanto maggiore quanto avviene in un anno elettorale, e, nel contesto di un conflitto al confine, afferma Voinea, mostra che l’economia romena è sicura. Gli analisti ritengono che una simile decisione fosse prevedibile, alla luce del miglioramento significativo degli indicatori economici. Quali parametri sono contati nel miglioramento del rating Paese della Romania?

, 20.05.2014, 12:53



“La riduzione del deficit di bilancio, dal 9%, nel 2009, all’attuale 2%, e il suo consolidamento. Nel 2013 abbiamo registrato il 2,3% – il minore deficit della storia della Romania, calcolato secondo gli standard della contabilità europea. Poi, la riduzione del deficit di conto corrente, quindi i nostri flussi con l’esterno, che è calato fino al 1% del Pil, il più basso mai registrato. Lo scorso anno, si è registrato questo livello, grazie alla crescita massiccia delle esportazioni. Poi, l’inflazione che ha toccato minimi storici, dell’1-1,5% lo scorso anno, adesso è andata persino sotto l’1,5% all’anno. Inoltre, si tratta della crescita economica del 3,5% dell’anno scorso”, ha spiegato Voinea.



La tendenza positiva continua, i dati statistici rilevando che la Romania ha registrato nel primo trimestre di quest’anno la maggiore crescita in Europa: il 3,8%. E le autorità romene affermano che, dopo il 2015, la Romania non concluderà più un accordo con il Fmi, la Commissione Europea e la Banca Mondiale. In questo modo, Bucarest darà un segnale che ha un’economia consolidata, afferma Liviu Voinea, che in un’intervista a Radio Romania, ha fatto una rassegna degli impegni finanziari con i creditori internazionali.



“C’è stato un accordo per un valore di 20 miliardi nel 2009, soldi che sono stati utilizzati. Un altro accordo, di 5 miliardi, concluso nel 2011, è stato di tipo preventivo e i soldi non sono stati utilizzati. Un terzo, nel 2013, di 4 miliardi, con il Fmi e la Commissione Europea, senza che i soldi siano utilizzati, sempre di tipo preventivo, di stabilità, che assicura un’ancora. La crisi è finita. A cosa serve un altro accordo? Questo è, di sicuro, l’ultimo accordo concluso con il FMI e la Commissione Europea”, ha spiegato ancora Voinea.



Il debito con l’estero della Romania dovrebbe calare fino al 15% del Pil nel 2015, da un picco del 22% nel 2012.



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