Romania-FMI: misure sociali in discussione
L’agenda dei colloqui del Governo romeno con la delegazione del FMI, in missione di valutazione in Romania, è densa, e include, oltre alla bozza della Finanziaria 2013, temi riguardanti le riforme strutturali e le privatizzazioni rinviate, che hanno una forte componente sociale. Tra cui anche l’intento dell’Esecutivo di aumentare il salario minimo garantito da 700 lei (pari a 160 euro) a 800 lei (pari a quasi 180 euro). L’aumento è richiesto dai sindacati e rappresenta, allo stesso tempo, una promessa fatta dell’Unione Social-liberale, al governo, durante la campagna elettorale per le recenti politiche. Ma l’aumento del salario minimo non accompagnato dall’aumento della produttività del lavoro potrebbe avere effetti negativi, ammonisce il presidente del Consiglio Nazionale delle Piccole e Media Imprese, Ovidiu Nicolescu.
Ştefan Stoica, 16.01.2013, 12:05
L’agenda dei colloqui del Governo romeno con la delegazione del FMI, in missione di valutazione in Romania, è densa, e include, oltre alla bozza della Finanziaria 2013, temi riguardanti le riforme strutturali e le privatizzazioni rinviate, che hanno una forte componente sociale. Tra cui anche l’intento dell’Esecutivo di aumentare il salario minimo garantito da 700 lei (pari a 160 euro) a 800 lei (pari a quasi 180 euro). L’aumento è richiesto dai sindacati e rappresenta, allo stesso tempo, una promessa fatta dell’Unione Social-liberale, al governo, durante la campagna elettorale per le recenti politiche. Ma l’aumento del salario minimo non accompagnato dall’aumento della produttività del lavoro potrebbe avere effetti negativi, ammonisce il presidente del Consiglio Nazionale delle Piccole e Media Imprese, Ovidiu Nicolescu.
“Il Consiglio Nazionale delle Piccole e Medie Imprese, per motivi innanzittutto sociali, è d’accordo con questa crescita, perchè è molto chiaro che i redditi molto bassi non fanno possibile una vita decente. Siamo d’accordo che questa misura avrà un impatto positivo anche sulla domanda, siamo d’accordo con essa perche migliorerà il clima di lavoro, essenziale per le performance delle imprese. Ma dobbiamo stare molto attenti alle misure che vengono prese, perchè se continueremo ad aumentare i redditi oltre il livello della produttività, avremo grandi problemi con l’inflazione, con la sopravvivenza delle imprese, con il calo delle esportazioni”, ha affermato Nicolescu.
Un progetto più vecchio dei social-liberali è anche la riduzione dell’Iva per i generi alimentari di base. Il ministro dell’Agricoltura, Daniel Constantin, afferma che la misura potrebbe essere introdotta a titolo sperimentale nel secondo trimestre, dopo i colloqui con il Fondo Monetario Internazionale e gli altri creditori esterni. Il progetto pilota sarebbe volto alla riduzione dell’Iva dal 24 al 9% per i cereali, le attività di molitura e panificazione, elementi che danno il prezzo del pane. Stando agli esponenti del Governo, un calcolo preliminare rileva che le spese dal bilancio che la diminuzione dell’Iva comporterebbe, di circa 150 milioni di lei, non sarebbero drammatiche. Si valuta invece che il beneficio sarebbe una riduzione significativa dell’evasione fiscale in questo settore, stimata, attualmente, al 70%. Il suo calo al 20% equivarebbe con il successo del progetto, che potrebbe essere esteso. Infatti, è il contrasto dell’evasione la principale motivazione del progetto, anzichè la sua componente sociale, ha precisato il ministro dell’Agricoltura, Daniel Constantin.