Romania, Centenario dell’Unità
Nel 2018, lo stato nazionale unitario romeno compie 100 anni di esistenza, occasione di festa e di allegria. L’unificazione di tutte le province romene fu un processo graduale, svoltosi lungo più secoli. Nel 1600, il principe Michele il Bravo realizzava, per breve tempo, la prima unificazione politica della Transilvania, della Moldavia e della Valacchia. Un anno dopo fu assassinato e questo atto rispondeva perfettamente agli scopi delle potenze confinanti, le quali non avevano per niente apprezzato la creazione di uno stato indipendente che avrebbe potuto modificare sostanzialmente i rapporti di forza nella zona.
Mihai Pelin, 28.11.2018, 14:31
Nel 2018, lo stato nazionale unitario romeno compie 100 anni di esistenza, occasione di festa e di allegria. L’unificazione di tutte le province romene fu un processo graduale, svoltosi lungo più secoli. Nel 1600, il principe Michele il Bravo realizzava, per breve tempo, la prima unificazione politica della Transilvania, della Moldavia e della Valacchia. Un anno dopo fu assassinato e questo atto rispondeva perfettamente agli scopi delle potenze confinanti, le quali non avevano per niente apprezzato la creazione di uno stato indipendente che avrebbe potuto modificare sostanzialmente i rapporti di forza nella zona.
Nel 1859, durante il regno di Alexandru Ioan Cuza, la Moldavia e la Valacchia si unirono nuovamente in un nuovo stato, la Romania. Successivamente, dal 1866, il primo re di Romania, della Casata dei Hohenzollern, Carlo I, iniziò la modernizzazione dello stato. Nel 1877, dopo la guerra russo-turca, la Romania ottenne l’indipendenza dal moribondo Impero Ottomano, dopo secoli di ubbidienza. Carlo I morì nel 1914 e gli succedette al trono suo nipote, Ferdinando. Durante il suo regno, la Romania entrò nella Prima Guerra Mondiale con lo scopo di portare a compimento la sua unità nazionale, processo realizzato quattro anni dopo, tramite la volontà di tutti i romeni delle province che fino allora si erano trovate sotto dominio straniero.
Il 27 marzo 1918, verso la fine della prima guerra mondiale, sullo sfondo della dissoluzione dell’impero zarista, il Consiglio del Paese, l’istituzione legislativa della Bessarabia, votò l’unificazione di questa provincia a maggioranza romena con la Madrepatria. Fu il primo atto della creazione dello stato nazionale unitario romeno, processo che, alla fine dello stesso anno, si concluse con l’annessione della Bucovina (nord-est), il 28 novembre, in un contesto europeo estremamente favorevole. Dopo che le Potenze Centrali furono sconfitte nella Prima Guerra Mondiale e beneficiando del sostegno militare concesso da Re Ferdinand e di quello morale e diplomatico della Regina Maria, i membri del Congresso Generale della Bucovina votarono all’unanimità, a Cernăuţi, l’unificazione con la Romania. Seguì l’unificazione con le altre province romene — la Transilvania (centro), il Banato, il Maramureş e la Crişana (ovest) — fino allora sotto il dominio dell’impero asburgico — e così nasceva, il 1° dicembre, lo Stato Nazionale Unitario Romeno, alla fine di un processo molto difficile.
A livello internazionale, il nuovo status politico e territoriale della Romania fu riconosciuto tramite i trattati firmati nell’ambito della Conferenza di pace di Parigi (1919-1920). Purtroppo, l’Unità non durò molto. Nell’estate del 1940, in seguito ad un ultimatum, la Mosca di Stalin si impossessò sia della Bessarabia, che del nord della Bucovina, territori che appartengono attualmente alle ex repubbliche sovietiche Moldova e Ucraina. Centinaia di migliaia di abitanti della Bessarabia si rifugiarono allora nella Romania rimpicciolita, mentre altre decine di migliaia furono deportati in Siberia o Kazakhistan e al loro posto vennero portati coloni reclutati da tutte la parti dell’Impero.