Romania aumenta sostegno ai rifugiati
Più di 3 milioni di persone hanno lasciato, finora, lUcraina, a causa della guerra. Si tratta di coloro che sono partiti dopo linvasione delle truppe russe, il 24 febbraio, non di coloro che si sono spostati allinterno del Paese. Sui circa 3 milioni di profughi, quasi la metà sono bambini. La Polonia ha accolto il maggior numero di ucraini – circa 1,8 milioni, altre destinazioni verso le quali si dirigono le persone in fuga dalla guerra essendo la Repubblica di Moldova e la Romania. Quasi mezzo milione di ucraini hanno scelto di rifugiarsi attraversando la Romania, ma la maggior parte ha solo transitato il nostro Paese dirigendosi verso lEuropa occidentale.
Sullo sfondo del proseguimento dellinvasione russa, le autorità di Bucarest si preparano per far fronte a un afflusso sempre maggiore di profughi. Il Governo ha annunciato che intende allestire altri due centri di raccolta e trasporto degli aiuti umanitari destinati allUcraina, oltre a quello già operativo a Suceava (nord-est). Uno dovrebbe diventare operativo nel nord-ovest, a Sighetu Marmaţiei, mentre laltro a sud-est – a Isaccea, sul Danubio, entrambe le località essendo centri di confine con lUcraina.
A Isaccea si è recato ieri anche il premier Nicolae Ciucă, il quale ha dichiarato che potrebbero essere portati altri due traghetti al fine di aiutare i profughi ad arrivare prima in Romania. “Al di là del confine ci sono più cittadini ucraini in attesa di lasciare il Paese e allora abbiamo discusso delle possibilità di smistamento e trasporto nel momento in cui il loro numero aumentasse. Con un solo traghetto è ovvio che non possiamo garantire una maggiore fluenza e abbiamo appreso dal Ministero dei Trasporti che cè una riserva a Galaţi e che possono essere messi a disposizione più traghetti in modo da garantire un ritmo più rapido di passaggio, ha dichiarato il primo ministro.
Daltra parte, i profughi dallUcraina hanno accesso a tutti i servizi medici e ai programmi sanitari disponibili in Romania, come tutti i cittadini romeni. A livello nazionale ci sono 3.300 posti per i feriti e i rifugiati che hanno bisogno di interventi chirurgici. A Bucarest, la stazione ferroviaria Nord è diventata uno dei più importanti centri di sostegno ai profughi. Da quasi due settimane, numerosi ucraini arrivano in treno e molti non sanno dove andare. Sono assistiti da rappresentanti del comune e da volontari, che offrono loro da mangiare e varianti di alloggio temporaneo.
Daltronde, secondo uno studio, oltre la metà dei romeni sono già coinvolti in azioni di sostegno e aiuto ai profughi ucraini, mentre più di 8 su 10 affermano che la Romania è stata proattiva negli aiuti concessi. Non va dimenticato il settore non-governativo, che ha avviato nuove campagne oppure ha modificato i programmi in via di svolgimento, in modo da poter dare una mano a chi ne ha bisogno. È degna di ammirazione la celerità con la quale si sono mobilitati i romeni, le associazioni e le organizzazioni dallinizio della guerra in Ucraina, per fornire alimenti, servizi di trasporto, alloggio e traduzione, osserva lo studio, indicano, però, che il 55% dei romeni si dichiara pessimista in merito al futuro e alla sicurezza del Paese confinante.
Roxana Vasile, 16.03.2022, 13:11
Più di 3 milioni di persone hanno lasciato, finora, lUcraina, a causa della guerra. Si tratta di coloro che sono partiti dopo linvasione delle truppe russe, il 24 febbraio, non di coloro che si sono spostati allinterno del Paese. Sui circa 3 milioni di profughi, quasi la metà sono bambini. La Polonia ha accolto il maggior numero di ucraini – circa 1,8 milioni, altre destinazioni verso le quali si dirigono le persone in fuga dalla guerra essendo la Repubblica di Moldova e la Romania. Quasi mezzo milione di ucraini hanno scelto di rifugiarsi attraversando la Romania, ma la maggior parte ha solo transitato il nostro Paese dirigendosi verso lEuropa occidentale.
Sullo sfondo del proseguimento dellinvasione russa, le autorità di Bucarest si preparano per far fronte a un afflusso sempre maggiore di profughi. Il Governo ha annunciato che intende allestire altri due centri di raccolta e trasporto degli aiuti umanitari destinati allUcraina, oltre a quello già operativo a Suceava (nord-est). Uno dovrebbe diventare operativo nel nord-ovest, a Sighetu Marmaţiei, mentre laltro a sud-est – a Isaccea, sul Danubio, entrambe le località essendo centri di confine con lUcraina.
A Isaccea si è recato ieri anche il premier Nicolae Ciucă, il quale ha dichiarato che potrebbero essere portati altri due traghetti al fine di aiutare i profughi ad arrivare prima in Romania. “Al di là del confine ci sono più cittadini ucraini in attesa di lasciare il Paese e allora abbiamo discusso delle possibilità di smistamento e trasporto nel momento in cui il loro numero aumentasse. Con un solo traghetto è ovvio che non possiamo garantire una maggiore fluenza e abbiamo appreso dal Ministero dei Trasporti che cè una riserva a Galaţi e che possono essere messi a disposizione più traghetti in modo da garantire un ritmo più rapido di passaggio, ha dichiarato il primo ministro.
Daltra parte, i profughi dallUcraina hanno accesso a tutti i servizi medici e ai programmi sanitari disponibili in Romania, come tutti i cittadini romeni. A livello nazionale ci sono 3.300 posti per i feriti e i rifugiati che hanno bisogno di interventi chirurgici. A Bucarest, la stazione ferroviaria Nord è diventata uno dei più importanti centri di sostegno ai profughi. Da quasi due settimane, numerosi ucraini arrivano in treno e molti non sanno dove andare. Sono assistiti da rappresentanti del comune e da volontari, che offrono loro da mangiare e varianti di alloggio temporaneo.
Daltronde, secondo uno studio, oltre la metà dei romeni sono già coinvolti in azioni di sostegno e aiuto ai profughi ucraini, mentre più di 8 su 10 affermano che la Romania è stata proattiva negli aiuti concessi. Non va dimenticato il settore non-governativo, che ha avviato nuove campagne oppure ha modificato i programmi in via di svolgimento, in modo da poter dare una mano a chi ne ha bisogno. È degna di ammirazione la celerità con la quale si sono mobilitati i romeni, le associazioni e le organizzazioni dallinizio della guerra in Ucraina, per fornire alimenti, servizi di trasporto, alloggio e traduzione, osserva lo studio, indicano, però, che il 55% dei romeni si dichiara pessimista in merito al futuro e alla sicurezza del Paese confinante.