Riunione della diplomazia romena
Restano immutate le linee fondamentali della politica estera di Bucarest: approfondire il ruolo svolto nell’Unione Europea e nella NATO, e consolidare il Partenariato Strategico con gli Stati Uniti. Sono state le idee espresse dal presidente Klaus Iohannis, dal premier Ludovic Orban e dal ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu, nel corso della riunione della diplomazia romena svoltasi questa settimana a Bucarest in videoconferenza.
Bogdan Matei, 10.09.2020, 11:30
In un messaggio rivolto ai partecipanti, il vicesegretario generale della NATO, il romeno Mircea Geoană, ha sottolineato che la Romania è un membro vitale dell’Alleanza e svolge il ruolo di cardine regionale in materia di difesa e deterrenza delle minacce nei suoi confronti. Mircea Geoană ha richiamato l’attenzione che alcuni rischi più vecchi alla sicurezza sono stati amplificati dalla pandemia di COVID-19 anche nella regione del Mar Nero.
La Russia, ha detto il vicesegretario generale della NATO, porta avanti il suo modello di comportamento aggressivo, tramite campagne di disinformazione, attacchi cibernetici e azioni militari. Ex capo della diplomazia romena nei primi anni 2000, Mircea Geoană ha aggiunto che la salita globale della Cina cambia gli equilibri internazionali esistiti finora, e gli alleati devono stare attenti a questo processo.
Ospite d’onore alla riunione, l’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha affermato, a sua volta, che i membri dell’Unione Europea devono continuare a lavorare insieme in una maniera integrata, per dare una risposta comune alle nuove sfide geopolitiche.
A sua volta, ospite della stessa riunione, il ministro degli Esteri spagnolo, Arancha Gonzalez Laya, ha precisato che Madrid non ha alcuna ambizione geopolitica in Bielorussia, e il suo impegno – nel contesto delle tensioni nella repubblica ex sovietica – è a favore dei preziosi valori dell’Unione Europea.
E’ il messaggio implicito trasmesso ieri anche dall’ambasciatore di Romania a Minsk, Viorel Moşanu, il quale, accanto ai colleghi di altri stati membri dell’UE, ha visitato la scrittrice Svetlana Aleksievic, una delle personalità emblematiche dell’opposizione bielorussa. Nobel per la Letteratura nel 2015, Svetlana Aleksievic contesta fortemente il presidente Aleksander Lukashenko, e, secondo la propria testimonianza, teme che possa essere arrestata dalla sua polizia politica, che ha conservato il sinistro acronimo sovietico KGB.
Il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu, ha spiegato che il diplomatico romeno si è recato in questa visita per assicurarsi che i diritti dell’uomo sono rispettati. Credo che dobbiamo continuare a fare pressioni nei confronti del regime, per svolgere un dialogo aperto con l’opposizione e non tramite mezzi repressivi, ha detto ancora il capo della diplomazia romena.
Gli abusi del longevo regime di Lukashenko, che tiene le redini da 26 anni ed è ritenuto l’ultimo ditattore dell’Europa, hanno fatto anche l’oggetto di alcune dichiarazioni adottate di recente dal Parlamento di Bucarest, che ha sollecitato alle autorità di Minsk di rispettare i diritti dell’uomo e por fine alla repressione contro i propri cittadini.