Riserve valutarie in crescita
A fine marzo, sono aumentare le riserve della Banca Centrale, che annuncia inoltre di aver abbassato l'IRCC, l'indice di riferimento per i prestiti al consumo.
Mihai Pelin, 02.04.2024, 11:28
Le riserve valutarie della Banca Centrale di Romania sono aumentate lo scorso mese rispetto al livello registrato alla fine di febbraio, superando la soglia di 64 miliardi di euro. A marzo si sono verificati altri afflussi di 1,7 miliardi di euro, che rappresentano la modifica delle riserve minime in valuta costituite dagli istituti di credito presso la BC, versamenti nei conti del Ministero delle Finanze e altri. Si sono inoltre verificate uscite per 638 milioni di euro, che rappresentano la modifica delle riserve minime in valuta costituite dagli istituti di credito presso la BC, pagamenti di rate e interessi sul conto del debito pubblico denominato in valuta, pagamenti sul conto della Commissione Europea e altri. Il livello delle riserve auree è rimasto a oltre 103 tonnellate, ma il valore è salito a quasi sette miliardi di euro, in seguito all’aumento dei prezzi sul mercato internazionale.
L’analista economico Constantin Rudniţchi afferma che questi depositi consentono alla Banca Centrale di garantire un tasso di cambio stabile. Ma sono anche un segnale che alcuni fondi europei rimangono presso la Banca Centrale e non vengono utilizzati rapidamente nell’economia. “Questo continuo consolidamento della riserva internazionale può anche dirci che c’è una debole, diciamo, realizzazione dei progetti di investimento con i fondi europei. Si parla parecchio del fatto che buona parte del denaro che arriva dai fondi europei resta “parcheggiata” presso la Banca Centrale e non finisce nell’economia reale, ma sicuramente, da questo punto di vista, sembra che le cose comincino a muoversi, nel senso che abbiamo degli investimenti persino rimborsati, non abbiamo una cifra chiara, ma da quello che vediamo, comunque, i fondi cominciano ad essere spesi con una velocità maggiore e ad un livello superiore”, ha spiegato Constantin Rudniţchi.
La Banca Centrale ha inoltre annunciato che l’IRCC, l’indice di riferimento per i prestiti al consumo, è sceso al 5,90% annuo, dal 5,97% pubblicato tre mesi fa. Si tratta della prima grande riduzione nell’ultimo anno. L’IRCC rappresenta la media aritmetica dei tassi di interesse giornalieri assegnati alle transazioni interbancarie nel trimestre precedente. Secondo gli esperti, l’indice subirebbe un secondo calo a luglio, fino al 5,84%. La tendenza è chiaramente decrescente e l’evoluzione porterà ad una diminuzione delle rate per i mutui ipotecari contratti da quasi 500.000 romeni.
Questo è l’indice in base al quale vengono calcolati gli interessi per i prestiti a tasso variabile concessi in lei dopo maggio 2019, quando avevano un valore del 2,36%. L’IRCC è stato pensato dal Governo romeno come una soluzione per controbilanciare gli effetti dell’indice ROBOR, che stava crescendo rapidamente di mese in mese verso la fine del 2018 e, con esso, le rate dei romeni. Per quanto riguarda il ROBOR a tre mesi, secondo il quale viene calcolato il costo dei prestiti al consumo in lei con interesse variabile, anche questo indice è salito al 6,06% annuo, dal 6,05%.