Riassestamenti sulla scena politica romena
Il governo di sinistra PSD-ALDE cambia i vertici dei Ministeri dell’Interno e degli Esteri, secondo quanto deciso ieri dai leader socialdemocratici. Al dicastero dell’Interno, il senatore PSD Nicolae Moga dovrebbe subentrare a Carmen Dan. Fedele collaboratrice dell’ex leader socialdemocratico Liviu Dragnea, che sta scontando una condanna per corruzione, la Dan si è dimessa prima che il partito avesse deciso la sua revoca, partito al quale rimprovera di aver ceduto alle pressioni del presidente Klaus Iohannis. Al dicastero degli Esteri, Ramona Mănescu dell’ALDE sostituirà Teodor Meleşcanu. Carmen Dan e Teodor Meleşcanu erano stati duramente criticati dal capo dello stato per il modo in cui è stato organizzato il voto all’estero alle europee del 26 maggio.
Ştefan Stoica, 16.07.2019, 12:20
Le critiche riguardavano Meleşcanu in primis, in quanto i romeni all’estero hanno aspettato in fila per ore e moltissimi non sono riusciti a votare. Carmen Dan conta anche l’intervento dei gendarmi, ritenuto sproprozionato, alle proteste antigovernative dello scorso agosto. La premier Viorica Dancilă ha spiegato che i due ministri hanno perso l’appoggio politico in seguito alla percezione pubblica sfavorevole. Infine, il neo segretario generale del PSD, Mihai Fifor, è proposto per la carica di vicepremier responsabile dei partenariati strategici. Sono queste le decisioni che riguardano il governo.
I dirigenti del PSD hanno preso, però, un’altra decisione importante, con possibile impatto sulla scena politica prima delle elezioni: avrà il proprio candidato alle presidenziali che si terranno a novembre. Il partito auspica anche il sostegno di ALDE e PRO Romania, la formazione dissidente creata dall’ex premier e leader socialdemocratico Victor Ponta. L’ALDE si sente, però, tradita nelle sue aspirazioni e risponde al PSD che appoggierà il proprio leader, Călin Popescu Tăriceanu, percepito persino da alcuni socialdemocratici come un forte candidato comune nella gara per la massima carica nello stato. La settimana prossima, i socialdemocratici decideranno con chi sfileranno alle presidenziali.
I commentatori spiegano che ad un partito grande non è consentito non andare in gara con il proprio candidato, ma, nello stesso tempo, non immaginano chi potesse avere la reale chance di superare il grande favorito – il presidente in carica, Klaus Iohannis. Sotto questo profilo, per i liberali (PNL) le cose sono ben chiare: hanno appoggiato Iohannis e lo faranno anche questa volta. Una perplessità della politica romena potrebbe venire dal fatto che il principale controcandidato di Iohannis arrivi dalla destra e non dalla sinistra, come sarebbe normale.
Dall’opposizione parlamentare, l’Unione Salvate Romania (USR) ha deciso in convention che il suo candidato alle presidenziali sarà il proprio leader, Dan Barna. Una volta l’alleato PLUS avrà deciso il candidato, il più probabilmente il suo capo, Dacian Cioloş, ex premier tecnico – i due partiti che hanno fatto un’alleanza di successo per le europee, dovrebbero nominare un candidato comune. USR e PLUS vogliono presentare alle elezioni un tandem presidente-premier.