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Resterà l’Ue forte e unita?

I leader
dell’Ue, riuniti, alla fine della settimana, a Roma, per celebrare i 60 anni
dalla nascita dell’Unione, hanno adottato una dichiarazione
congiunta in cui rinnovano l’impegno per un’Europa più forte e più resistente
alle sfide. È stato, affermano gli analisti, un appello all’unità e alla
solidarietà, affinchè tutti i cittadini dell’Unione sentano rapidamente
cambiamenti positivi e ridiventino fiduciosui nel futuro dell’Unione. C’era
bisogno di un simile impegno nel contesto torbido creato dall Brexit e
dall’apparente scarsa capacità delle istituzioni e dei leader poltici
dell’Unione di gestire crisi come la migrazione, il terrorismo, i divari di
sviluppo. L’anfitrione del vertice anniversario, il presidente del Consiglio Paolo
Gentiloni, ritiene la dichiarazione un passo in avanti per l’Unione, la base
delle future riforme. Nella sua opinione, sono stati confermati i valori e gli
obiettivi comuni, l’unità degli stati membri e l’importanza di continuare
quando è necessario e quando è possibile con forme di cooperazione rafforzate.
I 27 capi di stato e di governo sono stati accolti anche da Papa Francesco, che
ha attirato l’attenzione sul fatto che l’Europa si sta confrontando con un
vuoto di valori e ha condannato il populsimo antimigrazionistico e
l’estremismo. Evocata, in precedenza, come possibile nuovo paradigma e guardata
con reticenza, soprattutto nei Paesi nell’est dell’Unione, l’Europa a più
velocità è scompara come sintagma nel testo della dichiarazione di Roma.

Resterà l’Ue forte e unita?
Resterà l’Ue forte e unita?

, 27.03.2017, 16:27

I leader
dell’Ue, riuniti, alla fine della settimana, a Roma, per celebrare i 60 anni
dalla nascita dell’Unione, hanno adottato una dichiarazione
congiunta in cui rinnovano l’impegno per un’Europa più forte e più resistente
alle sfide. È stato, affermano gli analisti, un appello all’unità e alla
solidarietà, affinchè tutti i cittadini dell’Unione sentano rapidamente
cambiamenti positivi e ridiventino fiduciosui nel futuro dell’Unione. C’era
bisogno di un simile impegno nel contesto torbido creato dall Brexit e
dall’apparente scarsa capacità delle istituzioni e dei leader poltici
dell’Unione di gestire crisi come la migrazione, il terrorismo, i divari di
sviluppo. L’anfitrione del vertice anniversario, il presidente del Consiglio Paolo
Gentiloni, ritiene la dichiarazione un passo in avanti per l’Unione, la base
delle future riforme. Nella sua opinione, sono stati confermati i valori e gli
obiettivi comuni, l’unità degli stati membri e l’importanza di continuare
quando è necessario e quando è possibile con forme di cooperazione rafforzate.
I 27 capi di stato e di governo sono stati accolti anche da Papa Francesco, che
ha attirato l’attenzione sul fatto che l’Europa si sta confrontando con un
vuoto di valori e ha condannato il populsimo antimigrazionistico e
l’estremismo. Evocata, in precedenza, come possibile nuovo paradigma e guardata
con reticenza, soprattutto nei Paesi nell’est dell’Unione, l’Europa a più
velocità è scompara come sintagma nel testo della dichiarazione di Roma.




Se avessimo accettato l’Europa a due velocità, prima o
poi la seconda velocità sarebbe stata nell’Est, e allora, sicuramente,
sarebbero tornati dei timori profondi dei cittadini dei Paesi dell’Europa
Orientale, il timore di essere lasciati indietro. Non è permesso lasciare
l’Unione giungere in uno stato in cui gli europei, invece di essere ottimisti e
fiduciosi nel loro progetto, comincino a temere il progetto europeo, ha dichiarato il presidente romeno Klaus Iohannis.




Ulteriormente,
ad un incontro all’Accademia di Romania in Roma, il presidente Iohannis ha
affermato che l’Ue deve restare unita e forte e permettere anche ad altri stati
di aderire ai principi di questa comunità. Ottimista, il capo dello stato
romeno crede che il progetto europeo possa riacquisire crebilità, ma solo come
insieme, non come gruppi o cerchie ristrette o concentriche.




Il capo dello
stato ha ribadito l’obiettivo della Romania, quello di un’Unione forte e coesa. Credo che dobbiamo comunicare meglio e più spesso su
ciò che significa per i cittadini l’Ue. Riportare in primo piano i vantaggi,
spesso ignorati, perchè vanno da sè, del fatto che facciamo parte di questa
grande famiglia europea, ha detto Iohannis.




Il presidente
romeno ha annunciato, dopo il vertice di Roma, che inviterà i politici romeni a
discussioni sul futuro dell’Europa. (traduzione di Adina Vasile)



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