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Regionalizzazione: vicepremier Dragnea, no a criteri politici

Insieme alla revisione della Costituzione, la regionalizzazione costituisce uno dei maggiori obiettivi della maggioranza dell’Unione sociale-liberale, al governo in Romania. Responsabile alla riorganizzazione amministrativa e territoriale in regioni di sviluppo, il vicepremier Liviu Dragnea ritiene che, se la legge verrà adottata quest’anno, allora avrà già effetti dal 2014.

Regionalizzazione: vicepremier Dragnea, no a criteri politici
Regionalizzazione: vicepremier Dragnea, no a criteri politici

, 24.05.2013, 12:18

Insieme alla revisione della Costituzione, la regionalizzazione costituisce uno dei maggiori obiettivi della maggioranza dell’Unione sociale-liberale, al governo in Romania. Responsabile alla riorganizzazione amministrativa e territoriale in regioni di sviluppo, il vicepremier Liviu Dragnea ritiene che, se la legge verrà adottata quest’anno, allora avrà già effetti dal 2014.



Il vicepremier ha sottolineato che le future regioni devono essere abbastanza grandi da disporre di risorse in grado di generare progetti di portata, ma non talmente grandi da ignorare i fabbisogni delle piccole comunità. Se la regionalizzazione si farà in base ai criteri politici, allora si rischia il fallimento, ha ammonito Liviu Dragnea.



“La regionalizzazione ha come meta principale lo sviluppo equilibrato della Romania. Se le regioni non verranno delineate bene, e se verranno organizzate tramite negoziati politici, allora avremo un assestamento inadeguato, che funzionerà male, il che significa che la nostra meta non sarà raggiunta. Credo che abbiamo sufficiente forza e saggezza da impiegare questa opportunità quest’anno, al fine di delineare un modello amministrativo in Romania, veramente capace di creare le condizioni che consentano lo sviluppo del Paese”, ha spiegato Liviu Dragnea.



Il vicepremier ha aggiunto che nella penultima tappa della regionalizzazione saranno stabiliti anche i capoluoghi. Sarà forse la tappa più difficile, in quanto sono in gioco gli interessi delle grandi città che sentono di avere il diritto all’ambitissimo statuto e i benefici derivanti.



Un sondaggio commissionato dal Ministero dello Sviluppo, guidato sempre ha Liviu Dragnea, indica che per gli abitanti delle regioni Nord-Est, Nord-Ovest, Ovest e Sud-Ovest le cose sono chiare, in quanto sono favorite come capoluoghi le città di Iasi, Cluj, Timisoara e Craiova.



Nella regione Sud della Valacchia c’è il dilemma se includere o meno la capitale Bucarest, il principale aspira-fondi e investimenti del Paese. Se Bucarest resta fuori, allora la regione rischia di essere priva dei flussi umani, economici e commerciali attirati dalla capitale.



Invece, se la capitale fosse inclusa nella regione della Valacchia, ci sarebbero dei grandi svantaggi in materia di acesso ai fondi europei per il resto della regione. Se Bucarest non vi sarà inclusa, allora il capoluogo della regione Sud sarà il più probabilmente la città di Ploiesti.



Nel Sud-Est, il porto marittimo di Costanza è al primo posto nei sondaggi. Un problema delicato sarà quello di decidere il capoluogo della regione Centro, dove la gara tra Brasov e Sibiu è molto accanita. Perciò — spiega il ministro Dragnea — la soluzione ottima sarebbe quella che il futuro capoluogo non concentri tutte le istituzioni regionali. (trad. Iuliana Anghel)

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