Referendum sulla lotta alla corruzione
Come aveva promesso, il presidente romeno, Klaus
Iohannis, ha avviato le pratiche per l’organizzazione di un referendum sulla
lotta alla corruzione e sull’integrità dell’incarico pubblico.
Ştefan Stoica, 25.01.2017, 17:05
Come aveva promesso, il presidente romeno, Klaus
Iohannis, ha avviato le pratiche per l’organizzazione di un referendum sulla
lotta alla corruzione e sull’integrità dell’incarico pubblico.
Lunedì, un giorno dopo che decine di migliaia di
persone sono scese in strada per protestare contro il progetto di grazia
collettiva e contro le modifiche al Codice penale proposte dal governo PSD -
ALDE, il presidente ha annunciato che chiamerà i romeni a pronunciarsi tramite referendum
su alcuni temi delicati connessi alla giustizia. Il motivo invocato dal capo
dello stato è stato che il PSD, che ha stravinto le politiche dello scorso
dicembre, non ha mai menzionato niente su questi suoi intenti nella campagna
elettorale.
Il contenuto dei progetti e il modo in cui dovevano
essere approvati, tramite decreti governativi d’urgenza, che sarebbero entrati
subito in vigore, hanno scandalizzato l’opinione pubblica. Critiche dure hanno
espresso anche le istituzioni coinvolte nell’atto di giustizia – la Procura
generale, la DNA, la Procura antimafia. Il sospetto nei confronti
dell’esecutivo è che il risultato delle regolamentazioni che intendeva far
passare sarebbe stato la grazia di certi corrotti o l’assoluzione parziale
dell’abuso d’ufficio.
Dal canto suo, il ministero della Giustizia ha
affermato che i penitenziari sono sovraffollati e che l’allineamento della
legislazione penale alle decisioni della Corte Costituzionale lo costringe ad
adottare subito delle misure.
In ciò che i commentatori definiscono una partita
di scacchi tra il presidente e i suoi oppositori socialdemocratici, il primo ha
fatto una prima mossa ed ha avviato le pratiche per il referendum. Il tema è la
continuazione della lotta alla corruzione e la garanzia dell’integrità
dell’incarico pubblico. La grazia non può essere un argomento di iniziativa
legislativa cittadina, per cui si vedrà come verrà espressa la domanda.
D’altra parte, a Strasburgo, il presidente Iohannis
ha parlato dei progetti relativi alla grazia e all’amnistia con il presidente
della CEDO ed ha assicurato che non si pone il problema di pressioni o di una
multa di 80 milioni di euro applicata dalla Corte a causa della situazione
nelle prigioni romene. Una decisione-pilota della CEDO sarà resa pubblica nella
prima metà di quest’anno.
Sarà specificato quello
che non funziona, quali sono i problemi, verrà indicata una scadenza abbastanza
lontana entro la quale siano trovate soluzioni in Romania. Il passo seguente
sarebbe di individuare in Romania, cioè a casa, probabilmente sotto il
coordinamento del Ministero della Giustizia, un pacchetto di misure che portino
al miglioramento della situazione nei penitenziari romeni. Erroneamente, a
casa, si è parlato del fatto che si sollecita la grazia. La grazia è solo una
possibile soluzione, una piccola parte di un pacchetto di misure che deve
essere elaborato in Romania, ha detto Klaus Iohannis.
L’azione del presidente Klaus Iohannis è sostenuta
in maniera categorica dal PNL e dall’USR, entrambi all’opposizione, però il PSD
cerca di attribuirle una sfumatura politica.
Il capo dei socialdemocratici, Liviu Dragnea, afferma
che le recenti azioni del presidente Iohannis siano semplicemente delle
pratiche elettorali.
Si trova in una campagna
profondamente sbagliata che, alla fine, avrà effetti negativi sul presidente Iohannis,
in una campagna di eventuale risuscitazione di coloro che lo hanno votato nel 2014.
Le azioni del presidente rischiano di danneggiare una stabilità apprezzata sia oltre
oceano che in Europa, ha detto Liviu Dragnea.
Entro 20 giorni, a cominciare da martedì, il
Parlamento dovrà pronunciarsi sulla decisione del presidente di avviare il referendum.
Però, a prescindere dalla risposta del Legislativo, il presidente può emettere
il decreto di convocazione della consultazione popolare. (traduzione di Gabriela Petre)