Referendum per ridefinire famiglia
La plenaria del Senato romeno, come istituzione decisionale, ha adottato martedì, a larga maggioranza, il progetto legislativo che si propone di rivedere la Costituzione e ridefinire la famiglia precisando che è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e non tra coniugi, come adesso. A maggio 2017, il progetto era stato approvato dalla Camera dei Deputati. Liniziativa cittadina appartiene ad unampia coalizione di organizzazioni e associazioni cristiane, sostenuta con entusiasmo dalla Chiesa ortodossa maggioritaria. La rispettiva coalizione non ha nascosto che desidera la modifica dellarticolo costituzionale che definisce la famiglia per bloccare qualsiasi possibilità di rendere legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Gli iniziatori hanno raccolto tre milioni di firme a favore della proposta. Dopo aver percorso liter legislativo, è necessario che liniziativa sia validata tramite referendum, in ottobre.
Ştefan Stoica, 12.09.2018, 12:42
I dibattiti nel Parlamento hanno riconfermato che la Romania è il Paese dei paradossi. Si sono detti a favore, invocando la tradizione cristiana bimillenaria e suggerendo che lomosessualità sia un peccato, il Partito Socialdemocratico, appartenente ad una famiglia ideologica sensibile piuttosto ai problemi delle minoranze e propensa verso la tolleranza e linclusione, ma anche il suo alleato al potere, lALDE, di orientamento liberale, attaccato, in teoria, ai diritti e alle libertà civili, come pure il grande partito liberale allopposizione, il PNL, dal quale solo alcuni senatori si sono astenuti. Sempre a favore ha votato anche lUDMR, senza profilo ideologico. Lunica formazione a votare contro è stata lUSR, la quale ha ammonito che si tratta di un referendum inutile per il Paese, che non porterà alcun miglioramento nella vita dei romeni, però rischia di dividere la società.
Una piccola protesta contro la ridefinizione della famiglia nella Costituzione si è già svolta nel centro di Bucarest. Anche i rappresentanti dellAssociazione ACCEPT, che difende i diritti delle minoranze sessuali, hanno reagito affermando che, tramite il voto espresso martedì, il Senato, citiamo, alza lomofobia ad un valore statale e sacrifica la protezione costituzionale per numerose famiglie romene. Il voto – accusa ACCEPT – rappresenta una trasgressione del diritto alla vita privata e di famiglia, un diritto inalienabile che appartiene a tutte le persone a prescindere dal sesso o dallorientamento sessuale, in conformità alla Convenzione Europea dei Diritti dellUomo. È un monito serio.
Di recente, la proiezione, in una sala cinematografica di Bucarest, di un film pluripremiato sulla lotta per i diritti delle minoranze sessuali nella Francia degli anni ‘80, è stata interrotta da un gruppo fondamentalista ortodosso, che ha manifestato con aggressività la sua omofobia. Il dibattito che precederà il referendum dimostrerà se la società romena è capace di cambiare e modernizzarsi, senza abbandonare le tradizioni evocate eccessivamente a scopo strumentalizzante e propagandistico. È anche un esame per i politici romeni che, però, stanno per essere bocciati. Il voto nel Senato ha dimostrato chiaramente: le confusioni ideologiche, i tentativi di confisca dei temi delicati e di sfruttamento degli stessi a scopo populista, elettorale, la collisione con i valori e i principi dichiarati sono diventati una regola.